“Coltivando” in città

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Pomodori, zucchine e melanzane non si trovano più solo nei supermercati in città, ma sono sempre più presenti sui balconi dei condomini, in piccoli appezzamenti di terreno ritagliati tra gli edifici o in vere e proprie aree dedicate alla coltivazione comunitaria.

di Davide Fassi

Il mio orto, il nostro orto

Ad oggi, l’agricoltura urbana è una realtà in rapida diffusione, sebbene in Italia abbia a lungo  sofferto a causa della scarsa sensibilità da parte delle amministrazioni locali. Ora che il fenomeno sta rapidamente decollando, sono i cittadini che, singolarmente o riuniti in piccoli e medi gruppi, reclamano sempre di più il bisogno di uno spazio urbano proprio, dando vita a nuove forme di socialità intorno alla terra.

Questa nuova “passione per il coltivare la città” implica interessanti risvolti, che passano da coinvolgimento e partecipazione all’avvio di pratiche di auto-produzione, dalla raccolta e distribuzionedei prodotti alla nascita di nuove comunità intorno a queste attività. Non si tratta più solo dei singoli appezzamenti comunali tanto cari agli over 65 che, con cura e dedizione, ridisegnano gli spazi verdi abbandonati intorno a ferrovie, ai margini della città o in zone residuali. Ora,  la dimensione soggettiva de “il mio orto” si trasforma in quella collettiva e comunitaria de “il nostro orto” per attivare nuove forme di cooperazione e un uso del verde pubblico non solo ornamentale ma edibile. Ci sono ormai parecchi esempi virtuosi di orti condivisi, come la rete delle “Libere Rape Metropolitane” che racchiude molti degli orti comunitari esistenti a Milano, le mappature di “Zappata Romana” e il progetto “HortusUrbis” a Roma,vari progetti a Bologna e a Genova, dove c’è l’orto collettivo più grande d’Italia, a Cornegliano.

Coltivare insieme per condividere conoscenze, esperienze e la frutta e verdura che si produce, permette la formazione di micro-comunità urbane con la volontà di riappropriarsi di un pezzo di città e di farsene attivamente carico, trasformandolo in un luogo in cui crescere non solo ortaggi, ma anche relazioni personali.

 

A Milano

A Milano c’è uno spazio pubblico che non è proprio in centro. Si trova in Bovisa, dove c’è la latteria dell’Eugenio, Rocco il macellaio e il take-away, con quel nome strano in inglese. Si chiama Coltivando ed è all’interno del Politecnico di Milano che è ha una sede lì dal 1999. Da quell’anno,l’Università ha riconvertito gli spazi abbandonati della “Ceretti e Tanfani” che costruiva cabine per treni e funicolari e che dava lavoro a molta gente del quartiere, ha portato le scuole di design, architettura e qualche corso di ingegneria.

La Bovisa è un quartiere, ci si arriva col Passante Ferroviario (o con la 92, che a Milano arriva ovunque) e dall’ottobre del 2012 ospita le attività di “COLTIVANDO –L’orto conviviale al Politecnico di Milano”. Coltivando è un “community garden”, un orto condiviso dove si coltiva, si raccoglie e si divide quanto c’è. Qui si può trovare Alessandro con la sua passione per gli spazi, Davide che “detta regole”, Sonia e la sua cucina mediterranea e Leonardo che fotografa e annota. C’era anche Gaetano che ha lavorato qui per oltre 40 anni, e curava gli “ortibelli” poco distanti da casa. Ci sono Stefano e Rachele, che il sabato non vanno a scuola e giocano coi grandi. C’è Rossella che ti ascolta e Marta che racconta, Antonella che ti accoglie con un sorriso,  Leo e Roberto che ogni tanto passano a salutare,Agostina che consiglia, Bianca e le sue teorie, Graziella coi suoi silenzi eloquenti, il lavoro instancabile di Maria Luisa e le sperimentazioni di Gau e Veronica.

Ogni sabato mattina, Alessandro, Marta, Maria Luisa e gli altri si incontrano dalle 10.30 in via Candiani 72 per contribuire a mantenere vivi e attivi i quasi 1000mq di orto,che è anche un luogo di sperimentazione, di socialità, di verde condiviso col quartiere e con la città.

È  aperto a tutti, per il tempo che si ha. Si zappa, si assemblano i box per la semina, si mette a posto il capanno per gli attrezzi, si curano le verdure, la frutta e le piante aromatiche, si accolgono ospiti e si organizzano momenti di convivialità.

 

Un orto conviviale

Coltivando-L’orto conviviale al Politecnico di Milano, nasce dalla collaborazione di un gruppo di abitanti del quartiere insieme a docenti, ricercatori e laureandi del Dipartimento di Design e della Scuola del Design del Politecnico di Milano con l’obiettivo di mettere in contatto due realtà spaziali e sociali: il campus universitario, inteso come spazio pubblico urbano, ed il quartiere Bovisa che lo ospita.

La prima sperimentazione del progetto è stata fatta durante un workshop didattico nell’ottobre 2011 quando alcuni studenti hanno convertito un piccolo spazio verde del campus in un’aiuola dove poter seminare fave e fagioli. Approfittando di una giornata evento aperta al pubblico,molti abitanti della zona visitarono il campus, parteciparono alla semina ed espressero interesse nel portare avanti il progetto.

Iniziarono così una serie di attività di co-progettazione che coinvolsero più di 100 abitanti del quartiere nella definizionedegli spazi (quante aiuole, come costruirle, come disporle),delle funzioni (coltivare, riparare gli attrezzi, fare il compost, rilassarsi ecc.) e di come si potesse gestire il tutto con un regolamento condiviso. Tutte le informazioni rilevate furono rielaborate ed utilizzate come linee guida da un team di studenti e ricercatori che stesero il progetto definitivo. Nell’ottobre 2012 iniziarono così i lavori di riconversione dell’area da prato verde a orto, distribuito in 99 aiuole/box metalliche che permettono di non utilizzare il terreno esistente, non adatto alla coltivazione.

Il processo di costruzione durò 52 settimane, con appuntamenti periodici ogni sabato, nei quali si sono costruite le box, si sono riempite poi con 80 tonnellate di terreno biologico e irrigate con oltre 3000 metri di tubo interrato, si è sistemato un vecchio capanno per gli attrezzi, recuperato un lavandino in sasso e installata una centralina per l’irrigazione automatica. L’appuntamento settimanaleè diventato un momento di affezione al progetto e rafforzamento del gruppo che era ancora in fase di formazione, e che, nel tempo, si è specializzato nelle diverse mansioni: costruzione aiuole, posa dell’impianto di irrigazione, semina e manutenzione.

La scelta di sviluppare un progetto basato sui principi dell’auto-costruzione, ha permesso di definire delle “istruzioni open” molto elastiche, che hanno lasciato la massima libertà di contestualizzazione e di adattabilità al contesto. La partecipazione ha consentito di arricchire il progetto grazie al coinvolgimento diretto di una comunità eterogenea, passando così dal sapere particolare e tecnico dei professionisti ad un sapere collettivo libero, aperto a tutti e in continua evoluzione. Per questo, l’orto urbano, apparentemente disordinato e caotico, è vivo ed è espressione della vitalità del suo gruppo di orticoltori.

 

Com’è fatto

Coltivando è un orto che prende forma da un reticolo di assi perpendicolari che forma una griglia in cui sono posizionate le box/aiuole. La griglia permette di creare un sistema che può essere riempito, allargato, rimpicciolito dipendentemente dal luogo in cui si posiziona. Le box sono state progettate con quattro differenti dimensioni per permettere la coltivazione di gran parte delle specie orticole, dando la possibilità di scegliere l’altezza a seconda della profondità delle radici (20/40/60 cm) e la superficie coltivabile (da un minimo di 0,80mq ad un massimo di 4mq). Le diverse altezze permettono inoltre un più agevole utilizzo anche da parte dispersione anziani o con lievi disabilità fisiche. Le box sono state realizzate con due differenti materiali: i mattoni in tufo e  la lamiera grecata, materiale che richiama il passato industriale del luogo e che ha permesso lo sviluppo di un sistema totalmente auto-costruibile da parte dei partecipanti. Un manuale illustra passo a passo l’assemblaggio a secco, utilizzando esclusivamente componenti che possono essere smontati e rimontati, oppure totalmente riciclati perché separabili: fogli di lamiera grecata, angolari metallici e rivetti in alluminio. La scelta dell’alluminio è stata anche l’occasione di attivare delle microeconomie locali, appoggiandosi a fabbri del quartiere per la realizzazione  dei singoli elementi.

 

Perché un orto in una università?

Molte delle università italiane sono pubbliche e quindi portatrici di spazi che sono fruibili da tutti. Agevolare l’utilizzo di questi spazi da parte degli abitanti circostanti significa generare maggior coesione sociale e responsabilizzare al mantenimento di un bene comune. Coltivando ha tre finalità principali:

-sociali: per far entrare in contatto due tipi di comunità, dando un valore aggiunto non solamente agli spazi del campus ma all’intero quartiere. La comunità universitaria ha infatti la possibilità di vivere il luogo di studio e lavoro in maniera differente, entrando in contatto con persone nuove e abitanti del quartiere. Chi invece vive nelle zone limitrofe ha l’opportunità di conoscere la realtà universitaria, potendo così usufruire di servizi, e attività interni;

-sperimentali: utilizzando lo spazio dell’orto come laboratorio didattico outdoor per proporre progettualità e prototipare soluzioni che provengano dalle discipline insegnate al Politecnico di Milano (Design, Architettura e Ingegneria);

-produttive: un orto è un luogo dedicato alla produzione di cibo, offrendo la possibilità di autoprodurre frutta e verdura fresca riducendo l’acquisto di questi generi alimentari.

Coltivando ha ormai più di 3 anni e nel tempo è diventato un luogo riconosciuto all’interno del quartiere e della città. Se durante il giorno il campus del Politecnico vive di studenti brulicanti nelle aule e che si svagano nelle aree verdi all’ora di pranzo, nel dopo lavoro e il sabato è sempre più facile trovare mamme o papà che passeggiano con pargoli al seguito e passanti che incuriositi si fermano ad osservare i lavori dell’orto.

 

 

 

Il progetto rientra nelle attività del team di ricerca

POLIMI DESIS lab aderente alla rete DESIS – Design for social innovation (www.desis-network.org)

 

Siti web e social network

Sito ufficiale: www.coltivando.polimi.it

Pagina Facebook: https://www.facebook.com/coltivando/

Blog: https://coltivandoortoconviviale.wordpress.com

Youtubechannel: https://www.youtube.com/channel/UC5gUpveKSquHAZw-xExFnkw

Hashtag: #coltivando