Aleurocanthus spiniferus, un nuovo pericolo
Spieghiamo meglio che cos’è questo fitofago chiamato Aleurocanthus spiniferus che si sta diffondendo anche in italia, in questo articolo di Simone Fiorentino.
Il mondo delle piante è in continua e rapida evoluzione. Una evoluzione può essere naturale o antropica. Tutti conosciamo quella naturale, ossia un insieme di meccanismi di adattamento e diffusione dovuti alle condizioni ambientali che hanno permesso alle piante e agli animali di sopravvivere nel corso del tempo. L’evoluzione antropica, invece, è un meccanismo forzato di adattamento che ha portato all’introduzione di nuove specie, animali o vegetali in un determinato habitat. Questa, in alcuni casi, ha portato a delle variazioni repentine che non hanno permesso l’adattamento.
I continui scambi internazionali di materiale vegetale hanno causato spesso la diffusione di fitopatologie dannose e a volte devastanti nei paesi di nuova introduzione. Così come il punteruolo rosso delle palme (Rhynchophorusferrugineus), che in poco tempo ha decimato le palme sul nostro territorio, si sta affermando in Italia un altro fitofago particolarmente dannoso l’Aleurocanthus spiniferus (Quaintance, 1903), osservato e studiato per la prima volta nella zona di Lecce nel 2008. Si tratta di un fitofago da quarantena, introdotto nella lista EPPOA1 (European and MediterraneanPlantProtection Organization, lista delle malattie da quarantena) e nell’elenco delle malattie delle piante per le quali è proibita l’introduzione e la diffusione nell’Unione Europea (EU ANNEX II/A1).
Chi è l’Aleurocanthus spiniferus?
L’Aleurocanthusspiniferus (ordine Rhynchota, sottordine Homoptera, fam.Aleyrodidae) è originario dell’Asia meridionale, dove è stato individuato per la prima volta nel 1901 ma è stato osservato successivamente anche in America Centrale e Latina, in Giappone e in India, probabilmente portato dall’uomo.
Questo fitofago predilige le piante del genere Citrus (arancio, mandarino, limone), spesso molto diffuse nei nostri areali sia come piante da frutto che ornamentali ma, essendo polifago,attacca anche Melo, Vite, Pero e Nespolo tra le piante da frutto e Piracanta, Rosa, Hedera e molte altre ornamentali.
Ha un ciclo variabile da tre a cinque generazioni a seconda del clima e sverna come neanide sulla pagina inferiore della foglia. E’ questo il luogo prediletto per l’infestazione. Le neanidi si possono osservare come macchioline nere ellittiche contornate da un alone bianco ceroso dentato. Gli adulti sono provvisti di ali e possono spostarsi per brevi distanze su altri ospiti.
I danni dell’Aleurocanthus spiniferus
Questo insetto, negli stadi giovanili, si nutre della linfa grazie ad appositi apparati boccali, chiamati stiletti, che pungono il tessuto vegetale della foglia provocando un indebolimento della pianta per diminuzione del nutrimento, deperimento e riduzione della produzione. Dall’elaborazione delle sostanze utili vengono eliminati gli zuccheri sotto forma di melata, un substrato nutritivo ideale per i funghi che facilmente, e soprattutto in ambienti umidi, possono proliferare come fumaggine ricoprendo la vegetazione con uno strato nero polveroso costituito dal micelio del fungo che, crescendo, formerà una crosta aderente. I danni principali sono indiretti a causa della riduzione degli scambi gassosi e della superficie foto sintetizzante delle foglie che influenzerà negativamente l’accrescimento della pianta e la produzione, inoltre i frutti colpiti da fumaggine subiscono deprezzamento quando giungono sul mercato.
Come prevenire Aleurocanthus spiniferus
La prevenzione è il primo passo per una corretta gestione dei danni ed essendo un insetto da quarantena è necessario:
- Potare le parti malate ed evitare il trasporto al di fuori dell’area infestata,
- Bruciare i resti di potatura direttamente in loco,
- Spazzolare i vestiti se si è entrati in contatto con piante attaccate.
Come strategia di lotta biologica è sempre buona norma mantenere una biodiversità ecologica permettendo ai nemici naturali di controllare il fitofago. Tra questi ricordiamo: Encarsiasmithi (imenottero) e Clitostethusarcuatus (coccinellide).
Per la lotta biologica si può applicare l’azadiractina, un insetticida naturale estratto dalla pianta del Neem e per vaste aree si può eseguire un monitoraggio degli adulti con trappole cromotropiche gialle.
Tra i metodi curativi esistono degli insetticidi endoterapici ma sono prodotti spesso tossici che possono essere usati solo se si è in possesso del patentino, in ottemperanza alle norme di sicurezza e non sono utilizzabili in luoghi pubblici al contrario degli oli minerali.
Inoltre la melata e la fumaggine potrebbero ridurne la capacità di attacco.
In più questi Aleurodidi che possono sfuggire ai trattamenti fitosanitari sia per comparsa di fenomeni di resistenza dovuti alla velocità di riproduzione sia perché, come detto, colonizzando la pagina inferiore della foglia sono difficilmente raggiungibili dagli insetticidi.
Autore dell’articolo: Aleurocanthus spiniferus, un nuovo pericolo
Simone Fiorentino
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Tag dell’articolo: Il Papaver sonniferum, meglio conosciuto come Oppio
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