Amanita virosa
di Amint

Amanita virosa Bertill.
Con crescita estiva-autunnale, questa Amanita possiede tossine potenzialmente letali come la più famosa A. phalloides. Andiamo a farne conoscenza per scongiurare la possibilità di confusione con specie commestibili.
Cappello
4-10(15) cm, prima avvolto nella volva poi chiuso sul gambo in modo asimmetrico, infine irregolarmente disteso ma mai completamente aperto. Biancastro, anche color isabella al centro. Lucido e viscido con clima umido, liscio e setoso con clima secco. Di solito non presenta residui del velo generale (placche o verruche), mentre può recare sul margine residui penduli del velo secondario.
Lamelle e gambo
Lamelle bianche o appena rosate a maturità, molto serrate, libere al gambo, intercalate da lamellule, con margine irregolare. Gambo 8-13(16) × 1-2 cm, subcilindrico, tipicamente slanciato, bianco, riccamente fioccoso per residui di velo. Base bulbosa, rotondeggiante. Anello collocato nella zona più alta del gambo, membranoso ma molto fragile, spesso fugace, a volte dissociato in minuti fiocchi o frammenti su gambo e lamelle, sempre posizionato in modo tipicamente non orizzontale, ma obliquo. Volva submembranosa, bianca, tipicamente aperta sul gambo, anche se in modo non troppo ampio.

Carne
Color bianco latte, consistente e compatta nel cappello, fibrosa nel gambo. Odore forte, disgustoso, mielato rancido, come di muffa o terroso; sapore parimenti disgustoso: da espellere sempre dopo l’eventuale assaggio che prudenzialmente sconsigliamo in questa e in tutte le specie velenose mortali.
Commestibilità
Velenoso mortale.
Habitat
Specie estiva o autunnale, cresce in boschi montani molto umidi, sotto Peccio, Abete bianco, Betulla e Faggio. Specie rara ma, ove presente, è tipicamente abbondante.
Osservazioni
Si distingue dalle forme bianche di Amanita phalloides per il bulbo più pronunciato, il gambo molto decorato e fioccoso, il cappello con una forma spesso irregolare, anche bilobato, mai completamente disteso, l’anello fragile e obliquo, sovente fugace.



Dicerie popolari
Un tempo era abbastanza diffusa nella cultura popolare questa falsa credenza: “tutti i funghi bianchi sono commestibili”. La grave tossicità di A. virosa e di A. verna dimostra che con i funghi bianchi, raccolti incautamente, si può tranquillamente morire. Stessa cosa dicasi per altre sciocchezze: l’aglio che in cottura annerisce, il cucchiaio d’argento che perde brillantezza, ecc. Sono dicerie prive di qualsiasi fondamento scientifico. Sono commestibili solo i funghi che riconosciamo come tali e senza un solo dubbio, cioè quelli a cui riusciamo a dare un ben preciso “nome e cognome”.
Repetita iuvant
l’Amanita virosa, come l’A. verna (già trattata nella Rivista), può grossolanamente essere confusa con specie bianche e commestibili del genere Agaricus, i cosiddetti prataioli. Si ricorda perciò di raccogliere i funghi interi senza reciderli alla base del gambo: in tal modo si potrà notare la presenza o meno della volva, carattere importante per distinguere le Amanita dagli Agaricus. Altro aspetto da valutare con attenzione è il colore delle lamelle: sempre bianche anche a maturità nelle Amanita, prima rosate e infine bruno-nerastre per la maturazione delle spore negli Agaricus.


Tossicità: Triade della Morte
Amanita virosa assieme a A. phalloides e A. verna (cfr. i precedenti numeri della Rivista) forma la cosiddetta Triade della Morte. Vi andrebbe aggiunta A. porrinensis, assai rara in Italia e che ricorda A. virosa; la si distingue per il cappello campanulato a forma di sombrero e per l’habitat di crescita di solito sotto pino e leccio. Tutte queste specie contengono amatossine, tossine responsabili di avvelenamenti a lunga latenza in quanto i loro sintomi compaiono da 6 a oltre 24 ore dopo il pasto, quando il fegato, principale organo-bersaglio delle amatossine, ha già subito danni spesso irrimediabili. Ingerire, anche cotto, un solo cappello di medie dimensioni di tali funghi può essere letale.
Curiosità: Lumache e mammiferi
Si osserva spesso una lumaca che si nutre senza apparente disagio delle Amanita della Triade della Morte. Assurdamente la credenza popolare affida a questa evidenza un valore di prova dimostrata di commestibilità! In verità i gasteropodi sono molto diversi dai mammiferi, possono permettersi regimi alimentari tra i più eccentrici e, soprattutto, non hanno un fegato che possa essere distrutto e necrotizzato dalle amatossine. Viceversa, alcuni animali superiori trasmettono alla prole i vari comportamenti alimentari: i cuccioli tendono a mangiare ciò che vedono ingerire dai genitori. Chi riesce ad evitare alimenti velenosi cresce, si riproduce, e trasferisce l'informazione alle future generazioni.
Amanita virosa
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