Ascolta la Luna

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Ascolta la Luna

Di Anna Malerba

Per oltre ventimila anni gli uomini hanno osservato il rapporto tra cielo e terra, accumulando esperienze e affinando le loro conoscenze agricole. E la Luna, con le sue fasi, è sempre stata la protagonista indiscussa

Nell’agricoltura tradizionale l’influsso lunare sulle coltivazioni non era questione di discussione. Semine, potature, taglio del legname non prescindevano dal crescere o decrescere del nostro satellite. Con l’avvento delle nuove tecniche agricole questo intero complesso di conoscenze e pratiche è stato, in toto, degradato a ignoranza e superstizione. Solo con l’affermarsi dei metodi di coltivazione biodinamici questo patrimonio di “saperi” ha dato impulso a nuovi studi.
Naturalmente molti sostengono che gli effetti del nostro satellite, praticamente la gravità (effetto marea) e la debole illuminazione, cioè la sua azione sulla nutrizione dei tessuti organici (effetto trofico), sono troppo deboli per avere influssi determinanti sulle coltivazioni che vengono, invece, condizionate essenzialmente dalle temperature, dalla composizione del terreno e dalla luce.
Ovviamente nessuno nega l’importanza di questi fattori, ci mancherebbe. Sospettiamo, però, che ciò che ha reso totalmente obsoleto questo patrimonio di saperi sia in realtà l’uso massiccio di metodi chimici.

Luce di luna

È infatti innegabile che la luce lunare, cioè luce solare riflessa, abbia uno specifico effetto sulla crescita dei vegetali. Essa riesce a penetrare nel terreno più in profondità di quanto faccia la luce solare diretta favorendo così la germinazione dei semi.
La luce lunare, poi, è più facilmente assimilata dalle piante che la utilizzano come fattore accelerante. Senza la luce della luna, che comprende un’ampia gamma dello spettro luminoso, alcuni dei quali non vengono condizionati dalla nuvolosità, i vegetali non riuscirebbero a metabolizzare al meglio i nutrienti ed andrebbero incontro a crescite stentate e maturazioni ritardate. Al contrario una buona esposizione favorisce la formazione di zuccheri facilitando la maturazione, rinforza le piante e le rende meno esposte all’attacco dei parassiti.
La luce della luna ha, come quella solare, capacità cicatrizzanti ma la sua azione è più profonda, elimina le cellule morte e stimola la rigenerazione dei tessuti.

Crescente o calante

Secondo le conoscenze tradizionali le piante che devono crescere in altezza vanno piantate con luna crescente il cui effetto è favorire la risalita della linfa. Il periodo migliore per la semina è quello che va da cinque a due giorni prima della luna piena in quanto il seme ha il tempo per abituarsi, prima che l’influsso della luna raggiunga il suo massimo, e disporre poi della più tranquilla fase di luna calante, quattordici giorni, per prepararsi alla sua evoluzione. La luna calante, invece, favorisce lo sviluppo radicale ed è quindi il periodo migliore per quegli ortaggi che sviluppano in cespo (cavoli, sedano) e quelle che non devono andare subito in semenza, come le insalate, l’aglio o le cipolle. Questo è anche il periodo migliore per i trapianti, la concimazione e la raccolta delle radici.
L’effetto della luna può anche essere negativo. Ad esempio, se si hanno lunghi periodi di cieli sereni, la luce lunare può causare una super stimolazione attirando con troppa forza la linfa verso gli apici apicali. Questo può provocare un accrescimento disordinato della pianta, la rottura dei canali di scorrimento e arrivare fino al suo disseccamento.

In ogni caso, e comunque la pensiate, guardare la luna fa bene. Se non all’orto certamente a chi se ne occupa.