Il Biocentrismo

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Biocentrismo

Il Biocentrismo


di Piergiacomo Pagano

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Biocentrismo

Continua il percorso di inNatura nella filosofia ambientale, alla ricerca di “strumenti” che ci aiutino a collocarci nella natura, a trovare il nostro posto, a individuare limiti etici alla nostra azione, a chiarirci perché dovremmo salvaguardare la natura e la diversità. Dopo l’antropocentrismo, oggetto del precedente numero di inNatura, stavolta, sempre accompagnati da Piergiacomo Pagano, ci occupiamo di Biocentrismo.

Biocentrismo
Per il biocentrismo l’essere umano è un essere vivente come gli altri che si ritiene superiore solo perché giudica se stesso mentre, in realtà, è meno importante delle “specie chiavi” ecologiche senza le quali l’ecosistema collasserebbe. Ne segue che l’essere umano non può fare della natura ciò che vuole. Al centro c’è la “vita” e l’essere umano deve convincersi che la morale gli impone di lasciare spazio agli altri esseri viventi. Il biocentrismo può essere suddiviso, ad un secondo livello, in olismo biocentrico e individualismo biocentrico. Le differenze sono pratiche oltre che teoriche. Ad esempio, nel nostro Appennino il numero elevato di caprioli mette a repentaglio l’equilibrio dell’ecosistema. L’olismo biocentrico, riconoscendo una dignità morale al gruppo piuttosto che all’individuo, permette l’abbattimento selettivo di alcuni capi mentre l’individualismo biocentrico non lo permette. Per essere in grado di gestire il territorio oggi si tende ad applicare una etica olistica agli animali selvatici che non sono a rischio di estinzione e una etica individualistica ai singoli individui non‐umani che sono direttamente sotto il controllo umano: ad esempio il nostro cane o gatto, gli animali da allevamento, gli alberi di una certa dimensione ed età, gli individui della flora e della fauna selvatica a rischio di estinzione.

Olismo biocentrico

Etica della terra
La “etica della terra” risale alla metà del secolo scorso quando il forestale Aldo Leopold pubblicò il libro “A Sand County Almanac” (edito in Italia col titolo “Almanacco di un mondo semplice”). Il suo più noto sostenitore in epoca recente è il filosofo J. Baird Callicott il quale ha ripreso le tesi di Leopold, ritenute non rigorosamente delineate, le ha collocate in una filosofia morale più formale, le ha elaborate in una ottica più moderna e ne ha sviluppato un’etica completa e corposa.
Questi i punti principali dell’etica della terra:
Le scienze ecologiche ci confermano che l’ambiente naturale è costituito da una comunità: la comunità biotica; La selezione naturale ci dà la capacità di percepire l’identità dei membri della comunità ecologica e di riconoscere gli stretti legami di parentela che intercorrono fra loro. La selezione naturale ci ha dotato di intelligenza e quindi di una intima responsabilità morale che ci obbliga a elaborare delle norme comportamentali per arginare il nostro potere di distruzione nei confronti dell’integrità, della diversità e della stabilità ambientale. L’essere umano deve riconoscere il suo ruolo come parte integrante delle comunità ecologiche e quindi deve, automaticamente, riconoscere i diritti della natura. L’etica della terra è un’etica deontologica (orientata al dovere) piuttosto che prudenziale (dettata dall’opportunità di cautelarsi).

Etica del valore
La “etica del valore” è stata elaborata dal filosofo Holmes Rolston III che propone di dare agli oggetti naturali una rispettabilità morale seguendo un criterio basato sul valore. Possiamo considerarla olistica in quanto riconosce il valore sistemico maggiore del valore individuale.

Questi i punti principali dell’etica del valore:
Per i singoli esseri viventi vige una gerarchia simile alla “scala della natura” elaborata sin dall’antichità e che potremmo tradurre in una scala della complessità del sistema nervoso. Più un organismo ha un sistema nervoso elaborato e più ha valore. Un gatto, per esempio, ha maggiore valore di un verme. Più dei singoli esseri hanno valore i sistemi: popolazioni, habitat, ecosistemi ecc.
Gli individui di specie a rischio di estinzione hanno più valore degli individui di specie particolari. Questi ultimi hanno maggior valore degli individui di specie ben rappresentate.

Biocentrismo

Individualismo biocentrico

Rispetto per la natura
L’etica del “rispetto per la natura” è stata elaborata dal filosofo Paul W. Taylor. Egli crede che dando considerabilità morale agli insiemi di individui si pecchi di fascismo ambientale. Taylor  parte da un sistema di principi basati sulle leggi scientifiche dell’ecologia (omeostasi, equilibrio, integrità)* che chiama “prospettiva biocentrica della natura”.
Taylor sostiene che gli esseri umani sono membri della comunità vivente allo stesso modo in cui lo sono gli esseri non‐umani. Per il filosofo,  i sistemi naturali sono composti da una rete complessa di elementi interconnessi, dove il sano funzionamento biologico di ogni essere dipende dal sano funzionamento degli altri. Inoltre, ogni individuo è un centro teleologico di vita (ovvero ha un fine ultimo), che insegue il proprio bene nella sua propria maniera. Da tutto ciò  deriva che il concetto che l’essere umano sia superiore alle altre specie non ha fondamento e deve essere rigettato in quanto deviazione irrazionale in nostro favore. Nonostante le sue critiche all’olismo biocentrico, sulla via pratica Taylor è consapevole che si debba trovare un equilibrio. Egli crede sia necessario rendersi conto che tutti gli individui non umani sono dotati di un  “valore intrinseco” e per questo sono degni di una etica “del rispetto”.
Per Taylor l’etica del rispetto è già stata formulata ma riguarda, attualmente, solo gli esseri umani. Per comprendere l’etica del rispetto è sufficiente sostituire le parole “dignità di essere umano” dell’etica attuale con “valore intrinseco” di tutti gli esseri.

Principio di vita
L’etica del “principio di vita”, elaborata dal filosofo Kenneth E. Goodpaster, si basa sul concetto della “sacralità della vita”. Si tratta di un approccio morbido per fare breccia sul “buon senso” della gente, per scalfire le certezze di coloro i quali vedono la natura come estranea. Il Principio di Vita utilizza le parole “considerabilità morale” ed esclude per scelta cosciente la parola “diritti”. L’etica del “principio di vita”, in sintesi, sostiene che il concetto di “sacralità della vita” ha il grande pregio di sostenere filosoficamente il sapere ecologico. Non ha senso porre dei confini etici quando, sulla Terra, tutti gli organismi sono imparentati fra loro. La “sacralità della vita”, pur avendo un approccio individualistico, non esclude l’allargamento alle specie, agli habitat e agli ecosistemi. Alcuni critici, tuttavia, sottolineano che il carattere a largo respiro della “sacralità della vita” o “principio di vita” è troppo vaga per essere tradotta in leggi concrete.

Liberazione animale
L’etica della “liberazione animale” è stata elaborata dal filosofo Peter Singer. Punto saliente della “liberazione animale” è l’estensione alle altre specie del principio di base dell’uguaglianza. Per Singer lo “specista” è colui il quale tratta gli animali come diversi, così come razzisti sono coloro i quali considerano diversi gli esseri umani appartenenti alle diverse razze. Certo ci sono differenze fra esseri umani e animali non umani, così come esistono differenze tra gli stessi esseri umani. Ma nessuno è in grado  di dire se, e come, le capacità umane sono distribuite fra persone, razze o generi e, se e come, le eventuali differenze sono dovute al corredo genetico, all’ambiente o alla  discriminazione. L’uguaglianza della “liberazione animale” è un’uguaglianza che salvaguarda le diversità. Il principio di base dell’uguaglianza è l’uguaglianza della considerazione; un’uguale considerazione  per esseri differenti può portare a differenti diritti e trattamenti.

Diritti animali
Tom Regan crede che non esista scorciatoia. Agli animali devono essere concessi  veri e propri diritti, il principio di uguaglianza non basta a salvaguardare gli animali. Si possono considerare uguali due individui e favorirne uno solo senza andare contro la morale. Gli animali hanno bisogno di veri diritti, non per cortesia dell’essere umano, ma perché possiedono un “valore inerente”[1].

Biocentrismo

 

Nel prossimo numero affronteremo le, molteplici, posizioni che  si caratterizzano per esprimere una critica nei confronti dell’antropocentrismo senza  sfociare nelle posizioni radicali del biocentrismo. Da un lato riconoscono che l’essere umano è simile agli altri organismi e non può vivere senza di loro e il mondo inorganico; dall’altro lato riconoscono il diritto dell’essere umano alla sua propria realizzazione. Non esiste contrapposizione tra essere umano e natura e la ricerca filosofica ambientale deve adoprarsi per l’integrazione e l’armonia

Incisi
1 L’olismo biocentrico riconosce una dignità morale agli insiemi (specie, ecosistemi, ecc.). L’individualismo biocentrico pone la vita del singolo individuo (un cane, un insetto, una pianta, ecc.) come criterio per la rispettabilità morale.
2 Il valore intrinseco è un valore oggettivo. Una entità (qualcosa o qualcuno) possiede un valore intrinseco se il suo valore è indipendente dal giudizio di chi, consapevolmente, lo valuta.

Glossario
Il termine omeostasi indica la capacità di autoregolazione dei sistemi biologici e di quelli ambientali. Una capacità fondamentale negli esseri viventi per mantenere costante l'ambiente interno nonostante le variazioni dell'ambiente esterno. Una alterazione significativa dell’omeostasi porta alla malattia o alla morte. Anche gli ecosistemi, come gli organismi e le popolazioni, sono capaci di autoregolazione. Importanti alterazioni dell’ecosistema portano, in questo caso, ad un irreversibile cambiamento dallo stato iniziale.

Un ecosistema è l’insieme costituito da un ambiente fisico (aria, acqua, suolo) e gli esseri viventi che lo abitano. Si tratta di sistemi bilanciati (ad esempio un ecosistema consuma una certa quantità di anidride carbonica e acqua, producendo certa quantità di ossigeno e cibo. Qualsiasi cambiamento in entrata o uscita di questi elementi interrompe il sistema, cambiando la produzione di ossigeno e cibo. L’equilibrio ecologico è il rapporto che esiste tra  organismi e ecosistema in grado di garantire la sopravvivenza delle specie e la conservazione delle risorse. Ogni specie vivente ha il suo ruolo nel funzionamento degli ecosistemi di cui fa parte. Quando si verifica un cambiamento significativo nel numero di un dato elemento nell'ecosistema, scatta una sorta di "effetto domino" che conduce ad  uno squilibrio ecologico. Tra le principali cause di squilibrio ecologico, le attività umane.

L’integrità interna di un ecosistema dipende dalla conservazione delle specie e dalle loro forme di interazione e interdipendenza, dalle catene alimentari, dai flussi di energia, dalla qualità dei terreni, dai cicli di quegli elementi essenziali come l’azoto, il potassio, il fosforo. Dall’aria, dai sedimenti e dell’acqua. L’inquinamento degli elementi e lo sfruttamento, sia degli elementi organici che inorganici, intaccano l’integrità degli ecosistemi e il loro  funzionamento.

Il Biocentrismo

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