La bufala nucleare. 12 ragioni per essere contro
Di Rosario Mascia
E si torna sempre lì! Alla bufale del nucleare pulito, sicuro e conveniente. Ma vi sono dodici ragioni argomentate per ribadire che il nucleare non risolve il problema della carenza di energia in Italia. Partiamo dall’inizio:
1. Estrazione di uranio
Quando si apre una miniera, si trovano rocce con una grande quantità di questo minerale che può inquinare l’aria, l’acqua e il suolo. Per ogni tonnellata di uranio vengono generati circa 3.700 litri di rifiuti liquidi. A questi si aggiungono i residui solidi di radio (l’elemento che dà il nome alla radioattività) e di altri elementi, che rappresentano circa cento volte il peso del materiale ottenuto; una miscela contenente tracce di acido solforico, biossido di manganese, carbonato e idrossido di sodio, cromo, cobalto, rame, ferro, isodecanolo, molibdeno, nichel, radio 226, radio 222, vanadio e anche un po’ di uranio. I composti radioattivi hanno un’emivita che, in alcuni casi, si calcola in migliaia di anni. Per estrarre l’uranio, centinaia di ettari vengono fatti esplodere per accedere al minerale naturale. Una volta raccolta, viene macinata e lisciviata, il che richiede acido solforico per aiutarla a decantare. Nel processo di decantazione sono già presenti emissioni di radiazioni ionizzanti alfa, beta e gamma, metalli pesanti solubili in acidi e gas radon 222. Ma nel frattempo oltre all’uranio si producono alcuni altri elementi come torio, radio, prototattinio, piombo, polonio tutti radioattivi.
2. Radioattività nell’aria e nell’acqua
Senza bisogno di incidenti, anche se siamo portati a credere il contrario, le centrali nucleari mantengono un piccolo ma costante flusso di fluidi che espone tutti gli esseri viventi alla radioattività che passa attraverso la terra, l’acqua e l’aria. Per funzionare correttamente infatti, le centrali devono rilasciare isotopi radioattivi in piccole quantità.
3. I Tempi
A Salvini e tutti coloro che propongono il nucleare come panacea per risolvere rapidamente la crisi energetica, basta rispondere con una parola: Olkiluoto. Si tratta dell’ultima centrale nucleare costruita in Europa, esattamente in Finlandia. Atteso 12 anni e pagato 3 volte il costo preventivato, il maxi-reattore nucleare finlandese è la plastica dimostrazione che tra il dire e il fare, c’è di mezzo il nucleare. È costato 9 miliardi di euro, rispetto ai 3 miliardi preventivati e la sua costruzione, avviata il 12 agosto 2005 per opera della francese Areva e della tedesca Siemens, si sarebbe dovuta concludere nel 2009 ma, di ritardo in ritardo, alla fine l’inaugurazione è avvenuta solo nel dicembre 2021: ben 16 anni! I tempi per una centrale nucleare, se paragonati a un megaimpianto fotovoltaico o eolico, che costano molto meno, sono giurassici. Infatti per le rinnovabili, compresi tutti gli step burocratici, si parla di due o tre anni al massimo.
4. I rifiuti nucleari
Lo spostamento delle scorie nucleari è un’attività ad alto rischio, eppure è un’attività che viene svolta continuamente perché i trattamenti necessari per il loro stoccaggio raramente possono essere effettuati nello stesso luogo in cui sono state prodotte. I rifiuti prodotti in Spagna devono andare e tornare dalla Francia prima di poter essere stoccati.
La verità è che non sappiamo ancora quale potrebbe essere il metodo sicuro di stoccaggio delle scorie nucleari. Naturalmente non abbiamo idea di come smaltirlo o almeno neutralizzarlo in modo sicuro. Già nel 1977 il presidente degli Stati Uniti Jimmy Carter prese provvedimenti per fermarne la produzione, e un articolo del quotidiano El Pais dell’ottobre 1985 cita il rapporto Flowers (sesto rapporto della Royal Commission on Environmental Pollution del Regno Unito, settembre 1976) che si concludeva con un verdetto cruciale: “L’impegno per un grande programma di energia nucleare non dovrebbe essere consentito (sarebbe irresponsabile e moralmente sbagliato) fino a quando non sarà dimostrato, al di là di ogni ragionevole dubbio, che esiste almeno un metodo per garantire lo stoccaggio sicuro delle scorie altamente radioattive per un futuro indefinito”. Queste domande rimangono tuttora senza risposta.
5. La nostra salute e la salute di un qualsiasi essere vivente
I problemi di cancro sono la parte più visibile della vicinanza a miniere, centrali nucleari o siti di smaltimento dei rifiuti. La leucemia è una delle malattie spesso associate alla contaminazione dell’organismo con uranio arricchito (diverso dall’uranio naturale o impoverito). L’ingestione di grandi quantità di uranio, in qualsiasi forma, danneggia i reni e ne impedisce il funzionamento. È frequente anche il cancro della tiroide (uno degli organi più sensibili alle radiazioni). Le radiazioni ionizzanti non controllate causano alterazioni del DNA. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), una persona riceve normalmente circa 3 millisievert (unità di misura della dose di radiazioni assorbite dalla materia vivente) in un anno normale, l’80% attraverso fonti naturali di radiazioni e il resto attraverso procedure ed esami medici. Non dobbiamo dimenticare che le radiazioni riducono il numero di globuli bianchi e questo ci rende più vulnerabili alle infezioni.
6. Diritti umani
Gli standard di sicurezza relativi al contatto con le radiazioni vengono costantemente allentati. Ogni nuova normativa è più permissiva della precedente, il che significa che siamo sempre più esposti. I rifiuti vengono sempre portati per lo stoccaggio in aree economicamente impoverite, il che significa che sono le popolazioni più vulnerabili che, dietro compenso economico, rischiano di vivere vicino a una fonte di radiazioni che durerà per migliaia di anni. Se aggiungiamo quanto sopra, sembra che quando si parla di energia nucleare esistano classi sociali e che i diritti umani siano continuamente violati.
7. Diritti ambientali
Nel 1972 si iniziò a parlare di diritti ambientali durante la Conferenza delle Nazioni Unite sull’ambiente umano, tenutasi a Stoccolma, dove si parlò della necessità di un ambiente umano sano. Può sembrare che le Nazioni Unite usino solo belle parole che non potranno mai essere messe in pratica, ma adesso che la difesa dell’ambiente è entrato nella nostra Costituzione é chiaro che la nostra Repubblica “Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali.” Quindi per tutelare gli animali non umani con cui condividiamo il pianeta bisogna lasciar loro un ambiente adatto per uno sviluppo dignitoso della loro vita. Le miniere a cielo aperto o il costante surriscaldamento dell’acqua in cui vivono o da cui si abbeverano sono aspetti che disturbano seriamente lo sviluppo della loro vita.
Per millenni, il pensiero occidentale ha giustificato l’intervento sull’ambiente naturale e le conseguenze negative per gli altri esseri viventi, sulla base di una presunta superiorità basata su una gerarchia della vita. Qualsiasi azione umana svolta nel nostro interesse era al di sopra dell’interesse di animali e piante. La nostra natura biologica chiarisce che siamo animali e la nostra etica deve metterci al nostro posto, cioè su un piano di parità con il resto della vita sul pianeta.
9. Una scelta antieconomica
Non è strano che si stia tentando di fare entrare il nucleare nella Tassonomia UE: serve per dare soldi pubblici alla Francia, per risolvere il suo indebitamento, dovuto all’energia nucleare, sottraendoli all’Italia. L’elettricità da nucleare, al mercato energetico, costa più di 120 euro MWh, molto di più del prezzo attuale del gas e, ovviamente, molto di piú di quanto costi l’energia da fonti rinnovabili.
Poi, in caso di incidente nucleare non c’è altra scelta che lasciare il sito. Abbiamo l’esempio di Chernobyl, attualmente un sito abbandonato, ma che comporta un elevato costo monetario di oltre 350 miliardi di dollari.
Inoltre, per ottenere chilowatt dalle centrali nucleari è necessario importare uranio, il 45% del quale, secondo il Nuclear Forum, proviene dalla Russia, il 22% dall’Australia, il 20% dal Niger e il resto da Kazakistan, Canada, Sudafrica e Ucraina. Secondo il Nuclear Forum, l’uranio per alimentare le centrali nucleari è garantito per i prossimi 100 anni, il che significa che si esaurirà in tre generazioni. Ovvero, domani.
10. Solidarietà intergenerazionale
Credo sia chiaro che l’energia nucleare, dalla sua nascita alla sua non fine, visto che le scorie rimangono radioattive per migliaia di anni, è uno dei migliori esempi di tutto ciò che è perverso nella nostra società. Mantenere l’energia nucleare, quando non sappiamo come gestire in modo sicuro le scorie che produce, delega alle generazioni future il rischio, le conseguenze e la responsabilità della sua gestione.
11. Mancanza di trasparenza
La disinformazione è la norma nelle aree in cui sono presenti miniere di uranio, centrali nucleari o siti di stoccaggio. Le informazioni che ci arrivano sono frutto di fughe di notizie e la cosa più comune è che i responsabili non si presentano quando vengono convocati.
Sebbene il CSN si definisca come un organo indipendente dell’Amministrazione Generale dello Stato che riferisce al Congresso e al Senato, la verità è che ritarda i periodi tra le sue apparizioni, a volte fino a due anni interi, e ha allentato le norme di sicurezza, facilitando così le grandi compagnie energetiche, dalle quali dovrebbe essere indipendente.
12. Rallentamento sviluppo delle energie rinnovabili
Le fonti rinnovabili in Italia soddisfano il 44,8% del totale energetico, quasi un kilowatt su due è stato prodotto dal vento, dall’acqua, dal sole o dalla biomassa del territorio che condividiamo. Tuttavia, questa non è una buona notizia: dovremmo produrre più energia pulita e allo stesso tempo ripensare i nostri consumi. Questa situazione è il motivo per cui gran parte di noi è esposto al fenomeno noto come “povertà energetica”, dato che i prezzi che paghiamo per l’energia sono imposti dal mercato internazionale.