La Calabria dei canyon

La Calabria dei Canyon di Giuseppe Intrieri

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Di Giuseppe Intrieri

Non è il Far West del cinema, è la Sila piccola, il territorio interno di Catanzaro. Un luogo dove
le numerose cascate danno vita a scenari di incredibile bellezza, che gli escursionisti non possono non provare


Esistono luoghi che sembrano non avere epoche, in cui la Natura continua a fare il suo corso, dove l’acqua scorre veloce scavando la roccia e le piante assumono le conformazioni più strane per raggiungere la luce, dove si ha la speranza che non tutto sia perduto.

Ci troviamo in Calabria, in una zona ristretta del territorio catanzarese, ai confini con il Parco Nazionale della Sila.

Qui monti e vallate dalla vegetazione fittissima degradano verso il Mar Ionio. Percorrendo la SS106, che va da Taranto a Reggio Calabria,  prendiamo il bivio per Cropani e saliamo fino a Sersale, a 740 metri sul livello del mare. Mentre procediamo verso il paese lo scenario cambia. Dalla macchia mediterranea, passando attraverso steppe aride e all’arboreto tipico degli ulivi, arriviamo fino ai querceti e ai castagneti. Qui, fiumi, torrenti e ruscelli, dalle acque limpide e cristalline, affrontano salti mozzafiato e ci regalano cascate emozionanti come quelle formate dal fiume Campanaro.

  

Per raggiungerla, da Sersale imbocchiamo la SS109 e dopo pochi km arriviamo al sentiero che ci condurrà alla cascata. Il percorso si apre con l’attraversamento di un bosco di Pino d’Aleppo. Dopo circa 200 metri possiamo ammirare una meravigliosa vista sulla costa ionica e sulla macchia mediterranea tutt’intorno.

Si prosegue su un percorso roccioso, ben segnalato. Durante il cammino si possono incontrare numerose specie vegetali interessanti fra cui la Felcetta lanosa (Paragymnopterismarantae (L.) K.H.Shing), una rarità unica per il Sud Italia, la Pteride di Creta (Pteriscretica (L.), specie molto rara e a rischio estinzione.

Il sentiero si sviluppa su un dislivello che aumenta progressivamente man mano che si scende, fino ad una lecceta dove le ombre si fondono e la luce diventa rara.

Si prosegue superando staccionate di legno e scendendo gradini, tra rocce baciate dal sole e terra aspra, con la vista sul Monte Raga incorniciato dal mar Ionio mentre la vallata del fiume Campanaro guida lo sguardo verso l’orizzonte. Nell’ultimo tratto si scorge la Cascata della Rupe. Da un balcone di pietra naturale è possibile ammirare i suoi 57 m di altezza.

Il percorso ha una lunghezza di circa 2.200 metri e, tra andata e ritorno, il tempo di percorrenza è di circa un’ora e trenta.

Cascata Campanaro

Una volta tornati sulla strada e presa la vettura ripercorriamo la SS109 per raggiungere la Cascata Campanaro. Questa cascata, facilmente raggiungibile, è situata in una delle aree più incontaminate della regione. Una volta lasciata l’auto bisogna percorrere circa 400 metri. Si scende per un sentiero, ben segnalato grazie al lavoro della coop. Segreti Mediterranei, e si giunge al greto del fiume in uno scenario fatto da capanni a bordo fiume. Attraversato un ponticello si raggiunge il “Vullu”, una pozza d’acqua caratteristica dei corsi di montagna dai colori strabilianti. Il sentiero prosegue e si affaccia sulla Cascata che, con i suoi 22 metri regala un angolo di paradiso tropicale nel cuore della Sila Piccola, con le felci che fanno da cornice a rocce dai colori più disparati. La flora presente è costituita da uno strato arboreo molto ricco fatto di Tiglio (Tilia sp.), Ontano (Alnussp.), Fico Selvatico (Ficus carica), Edera (Hederahelix L.) e diverse specie di Salice.

Cascata dell’Inferno

Un altro salto del Fiume Campanaro che ha acquisito importanza naturalistica è quello che forma la Cascata dell’Inferno.  La si raggiunge, uscendo dall’abitato di Sersale, percorrendo la strada che conduce a Zagarise. Si arriva ad una curva dove bisogna imboccare una strada comunale per giungere all’inizio del sentiero che conduce alla cascata. Subito ci si addentra in un bellissimo castagneto, forse tra i più vetusti dell’intero territorio. Questo, lascia spazio a una bellissima macchia mediterranea dove volteggiano numerosi passeriformi fra cui Fringuelli, Cardellini. Proseguendo la discesa verso il fiume, la strada diventa sempre più stretta e ripida fino a raggiungere una zona terrazzata ricca di uliveti. Lasciata l’auto si scende lungo un sentiero dove numerosi corrimano, scalini e corde aiutano la discesa nelle gole del Fiume Campanaro. Poco prima di giungere nel greto del fiume si ci addentra in un boschetto di Alloro (Laurus nobilis). Nell’alveo del fiume si trovano degli enormi massi che formano uno scenario straordinario mentre  in fondo si nota una stretta gola dove riusciamo a scorgere la Cascata dell’Inferno.

Questa cascata è sicuramente una delle più suggestive di quelle formate dal fiume Campanaro proprio perché incastonata in queste gole. Più si ci avvicina più i suoi 27 m di salto si fanno sentire. Risalendo dalle gole si può assistere ad uno scorcio sul mare e il Monte Raga dove si trovano i resti dell’antica città di Barbaro.

Cascatelle del Fiume Crocchio

Altro luogo di particolare interesse nella zona è costituito dalle cascatelle del Fiume Crocchio. Si giunge all’inizio del sentiero,  ben segnalato lungo la SS109,  e si ci avvia verso il fiume. All’inizio del sentiero ci accoglie un antico casolare antico, il  “Pastillaro”, che veniva utilizzato per essiccare le castagne. Proseguendo lungo il sentiero che conduce al fiume si attraversa un castagneto, con individui secolari , messi a dimora su dei terrazzamenti tenuti da muretti in pietra a secco e, in fondo al bosco, si percepisce l’incombere del fiume che scorre. Man mano che si scende, mentre il silenzio è interrotto dal fragore dell’acqua,  si intravedono le imponenti gole del Crocchio.

Canyon Timpe Rosse

La Sila piccola e in particolare il comune di Sersale sono noti per il Canyon delle Valli Cupe ma c’è molto altro degno di nota. Ad esempio il Canyon Timpe Rosse, così denominato per la presenza di rocce arenarie ricche di ferro,  una tipologia di rocce sedimentarie presenti anche nel famoso Grand Canyon, in Arizona.

Il Canyon delle Timpe Rosse si raggiunge percorrendo la strada provinciale Cuccuma Mortilla che da Zagarise porta a Soveria Simeri. Si percorre questa strada con scenari tipici dello basso ionio calabrese, colture di ulivi miste a frutteti, terreno aspro e campagne coltivate dove ognuno possiede il proprio orto al fianco della propria abitazione. Circa 10km dopo Zagarise si intravede dalla provinciale la parete che presenta le caratteristiche rocce arenarie rosse: è il Canyon delle Timpe Rosse lungo 650 metri. Una volta giunti a un casolare sulla destra, si scende nei pressi di un campo coltivato si parte per raggiungere il greto del fiume Uria. Siamo circondati da bellissimi uliveti misti a steppa e tratti di macchia mediterranea, dopo circa 400 m si giunge nell’alveo e quindi all’inizio del Canyon: lo scenario è strepitoso.

All’ingresso del Canyon è possibile ammirare il contrasto geologico del luogo; una pendice argillosa calcarea si incontra con l’arenaria rossastra delle gole. Si tratta di rocce complessivamente tenere ma in grado di generare dirupi e balze praticamente ovunque. Camminando nel Canyon, ci si accorge di come il tempo ha lavorato. Il contrasto di colore rosso delle rocce e  il verde della vegetazione, oltre che l’azzurro del cielo, è affascinante. All’interno del canyon si possono incontrare piante di Mirto (Myrtus communis) che, quando non si fanno notare per le bacche bluastre, si lasciano scoprire grazie al loro odore inconfondibile, il Giggiolo siculo (Iris lutescens) , il Fico Selvatico (Ficus carica) e il Capelvenere (Adiantum capillusveneris).

Canyon Valli Cupe

Si tratta di una rara formazione geologica profondamente incassata in un substrato costituito da conglomerato poligenico – di straordinario effetto scenografico – originatasi a seguito della lenta azione di scavo esercitata dal torrente omonimo, che nasce a circa 700 m di altitudine alle pendici meridionali del Monte Crozze. Fin dalla prima parte del suo corso il torrente Valli Cupe scorre in una profonda forra che assume ben presto la caratteristica profonda incisione nota come Canyon delle Valli Cupe e, dopo un percorso di circa 15 Km, si tuffa nelle acque del mar Jonio all’altezza di Sellia Marina. Il corso del torrente si sviluppa tra la rigogliosa macchia che fa da cornice ad entrambe le sponde, lungo i crinali che congiungono il Monte Crozze al maestoso Monte Raga, vera e propria roccaforte della foresta mediterranea che ne copre quasi interamente le pendici, formando boschi estesi per qualche centinaio di ettari. Il canyon si presenta con pareti rocciose tagliate verticalmente, inaccessibili e aspre, e ricche di piccoli anfratti scavati dagli agenti atmosferici, regno esclusivo degli uccelli. Durante la visita al canyon non di rado ci si imbatte in nibbi, gufi reali, corvi imperiali e avvoltoi che volano tra le pareti dove hanno creato i loro nidi naturali. Le sue pareti si elevano, una accanto all’alto sfiorandosi e raggiungendo i 130 metri di altezza ed impendendo ai raggi del sole di filtrarvi. Il Canyon è ricco di vegetazione di rara bellezza, come la felce bulbifera, una felce gigante, la cui origine risale al periodo terziario. Le piante si abbarbicano sulle nudi pareti rocciose alla ricerca della luce, pareti che sembrano raccontare la storia delle ere geologiche trascorse. Rocce sedimentarie costituite da numerosi stratificazioni che rappresentano gli anni che queste rocce hanno trascorso sotto il vento, la pioggia ed il sole. Una sorta di mistero investe chi si addentra nelle gole del canyon, fra le ombre create dalle alte pareti che non permettono alla luci di entrare, e il lento scorrere dell’acqua sembra di tornare di moltissimi secoli indietro nella storia. Sicuramente il meraviglioso Canyon delle Valli Cupe costituisce l’attrazione principale dell’intera zona; sembrerebbe, inoltre, essere il secondo canyon più alto d’Europa costituito da pareti di rocce sedimentarie. Il sito si raggiunge con un comodo sentiero segnato e attrezzato.