Energie libere. Le comunità energetiche rinnovabili
Di Sandro Ferri
Liberare gli individui e le comunità dal dominio del mercato e dalle politiche di potenza è possibile. Con enormi benefici ambientali
Quando per la situazione geopolitica si arriva a parlare di contingentamento, di qualche grado di riscaldamento in più o in meno, probabilmente anche i più scettici iniziano a convincersi che solo il passaggio alle energie rinnovabili è possibile garantire a tutti il soddisfacimento dei bisogni energetici.
La guerra ha aperto gli occhi anche a chi non voleva vedere: le fonti fossili non solo sono causa di inquinamento ambientale, crisi climatica e morti premature ma rappresentano anche uno strumento di controllo politico, economico e di limitazione della sovranità popolare.
Gli strumenti
Fortunatamente gli strumenti per ridurre fortemente la dipendenza energetica dalle fonti fossili sono oramai disponibili e a costi ragionevoli. I passi in avanti fatti dalla tecnologia solare fotovoltaica, e non solo, sia in termini di costi di produzione che di efficienza dei moduli solari è dimostrato dal crollo del LCOE (Levelised Cost Of Energy), l’indicatore del costo di produzione dell’energia delle diverse fonti energetiche. Mentre nel 2010 per produrre con i pannelli fotovoltaici un MWh di elettricità ci volevano circa 400 euro, nel 2020 quel valore era già crollato a 50 euro per MWh. Vale a dire il dato più basso tra tutte le tecnologie di produzione di energia, sia fossili che rinnovabili.
E allora? A frenare la realizzazione di impianti fotovoltaici di chi vorrebbe coprire i propri bisogni elettrici c’è sicuramente il fattore costo ma anche, e soprattutto, la complessità delle procedure di autorizzazione e di allaccio di un impianto di produzione di energia rinnovabile.
Stato dell’arte
Sotto la spinta dell’Unione europea, la legislazione italiana ha introdotto numerose semplificazioni amministrative, che hanno reso più semplice questo tipo di installazioni, e previsto strumenti innovativi il più promettente dei quali è quello delle comunità energetiche rinnovabili. Queste comunità – prima previste in un decreto legge della fine del 2019 e poi organicamente disciplinate in un Decreto legislativo del novembre 2021 – sono una libera aggregazione di soggetti pubblici e privati che condividono la produzione e il consumo di energia pulita. Le difficoltà nella diffusione delle Comunità sono dovute principalmente alle complesse procedure di allaccio delle singole utenze e dal laborioso il rapporto con il GSE, che eroga gli incentivi pubblici previsti dalla legge. La normativa italiana consente alle Comunità rinnovabili che condividono la gestione di impianti di produrre fino a 1 MWp, in grado di soddisfare le esigenze di numerose famiglie e imprese.
All’inizio dell’estate in Italia risultano costituite e attive 26 Comunità energetiche con una potenza media degli impianti pari a 40 kW, tutti fotovoltaici.
Il GSE al 2 maggio aveva ricevuto 37 richieste di incentivi, di cui 13 per le Comunità e 24 per i gruppi di auto consumatori, altro strumento di autoconsumo di energia rinnovabile introdotto di recente dal legislatore.
Ma in tutta Italia sono molte le Amministrazioni locali che, sulla spinta di cittadini e associazioni, hanno promosso e realizzato la costituzione di comunità energetiche. Ogni giorno vengono presentati nuovi progetti di comunità o di gruppi di autoconsumo nelle piccole e media realtà amministrative locali.
Comunità & libertà
Le comunità energetiche, però, sono molto più di questo. Sono anche l’occasione per ridefinire le modalità di produzione dell’energia. Il loro carattere essenziale, infatti, non è solo quello di produrre energia da fonti rinnovabili ma, anche, l’essere gestite a livello locale, dal basso e con un costo marginale tendente allo zero.
Questo slittamento fa scivolare le comunità energetiche fuori dal concetto di “valore di mercato”. Praticamente una ridefinizione del paradigma produttivo, da valore a servizio. Dai cittadini e per i cittadini, verso una vera sostenibilità.
Uno strumento, dunque, che attraverso il ricorso alle fonti rinnovabili consente al consumatore di energia di liberarsi dalla dipendenza dalle fonti fossili e, dunque, dalle politiche di potenza e dominio. Anche quelle del mercato.