Il Prataiolo, Agaricus campestris L. Fr

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L’Agaricus campestris L. Fr., altrimenti detto Prataiolo


a cura di Amint

Il Prataiolo, Agaricus campestris L. Fr., dal latino campester (campestre) per il suo habitat, si riconosce facilmente per il cappello bianco e pressoché liscio, per le lamelle di un bel rosa carico già nel fungo giovane, per l’anello che di solito è abbastanza esile e spesso evanescente, per il gambo appuntito alla base.

La variabilità del Prataiolo ha fatto si che ne fossero descritte alcune forme o varietà. Tra queste ricordiamo la var.squamulosus, che si differenzia per la presenza di squame, specialmente al disco, abbastanza rade, brunastre.

Oltre alle sue numerose varietà può essere confuso con specie vicine:

Agaricus bisporus cresce in campi coltivati, ha cappello bruno, fibrilloso, ricoperto di scagliette più scure ed il gambo ingrossato alla base.

Agaricus bitorquis che cresce nei giardini ed ha due anelli separati e tipicamente inferi.

Agaricus arvensis che vira lentamente al giallo. Ha un gradevole odore di anice, un velo ben sviluppato con toppe nocciola sulla parte bassa, e spesso si allarga alla base del gambo.

Leucoagaricus leucothites, col quale fruttifica spesso, può assomigliargli a prima vista, ma si distingue facilmente per le sue lamelle e spore bianche. Specie che anni fa a volte veniva consumata, ma che ora è conosciuta per essere specie a tossicità incostante, quindi sicuramente da evitare.

Agaricus comtulus, simile ma in formato ridotto, con lieve odore di mandorle, cresce nei campi concimati, ma vira al giallognolo, come Agaricus xanthodermus, che ha odore d’inchiostro, viraggio giallo inchiostro alla base del gambo, ed è specie tossica. Infine le lamelle rosate e l’assenza di volva lo distinguono da Amanita verna e Amanita virosa specie mortali (!) e da Entoloma lividum specie che da forte intossicazione, che manca di anello, ha lamelle gialle poi rosate e cresce nei boschi di latifoglie.

Cappello
6-12 cm, emisferico, poi piano convesso ed infine disteso, spesso con modesto umbone centrale; margine involuto poi disteso e qualche volta rialzato negli esemplari vecchi, spesso debordante e fioccoso per i residui del velo parziale. Superficie asciutta, piana, coperta da piccole squame. Colore da biancastro a grigio cenere a brunastro.

Lamelle
Fitte, chiuse, libere, rosa pallido che scuriscono precocemente con la maturazione diventando rosa carnicino ed infine bruno-nerastre.

Gambo
3-6 cm e spesso 1-2 cm, cilindrico assottigliato verso la base appuntita, pieno poi farcito e midolloso. Bianco con qualche riflesso rosato diventa giallognolo se contuso o graffiato.

Anello
Il velo sottile, fragile e membranoso lascia traccia nei giovani esemplari sul margine del cappello e forma un anello bianco, evanescente in quanto effimero e presto caduco, la sua attaccatura sul gambo è mediana o superiore.

Carne
Soda, bianca, alla frattura vira lentamente al rosa, in particolare nella parte superiore del cappello. Odore e sapore fungini, grati e dolciastri.

Habitat
In primavera e autunno, pochi giorni dopo la pioggia cui è preceduto un lungo periodo di siccità, in cerchi o a gruppi, tra l’erba delle radure di terreni compatti e incolti, sui pascoli maturi ben concimati, in parchi, vigneti, sempre fuori dai boschi. Essendo un fungo tipicamente saprotrofo non ha rapporti di interazione con le essenze arboree e quindi non è rinvenibile nelle aree boschive.

Microscopia
Spore 5,5-8,0 × 3,5-5 µm, ellittiche, lisce, bruno nerastre in massa.

Commestibilità e Tossicità
Ottimo. Da giovane può essere consumato crudo in insalata. Allo stadio adulto devono essere cotti e consumati quando le lamelle sono ancora rosee e non bruno-nerastre (inizio della putrefazione).

Osservazioni
L’Agaricus campestris L. Fr è il prataiolo spontaneo più diffuso e raccolto, abbondante nei siti di produzione e di buona resa, viene ricercato per l’abbondanza delle nascite e per le sue qualità organolettiche.

Curiosità: Prataioli… nel bosco!

A differenza da quanto comunemente ritenuto, i prataioli veramente tali sono una esigua minoranza. Sono decine le specie appartenenti al genere Agaricus e di queste solo una minoranza ama crescere sui prati e nei pascoli, mentre la maggior parte crescono all’interno delle aree boschive, nelle radure, o comunque in prossimità delle aree boschive. Incontrare in piena boscaglia, sia sotto conifere che sotto latifoglie, decine di cappelli bianchi di Agaricus silvicola, non deve destare perplessità nei raccoglitori, il loro odore tipicamente anisato, la presenza di un anello sul gambo, l’assenza di una volva alla base del gambo, le lamelle presto rosa e poi brunastre, indicano che osserviamo un tipico prataiolo.

Attenzione alle specie mortali!

Sono descritte in letteratura micologica diversi casi letali dovuti al consumo di Amanita bianche, scambiate per Prataioli. I caratteri che distinguono i funghi appartenenti al genere Agaricus da quelli appartenenti al genere Amanita sono diversi: entrambi sono provvisti di una struttura sul gambo denominata anello, diversamente solo le Amanita hanno alla base del gambo una struttura a coppa denominata volva. L’odore delle Amanita e pressoché nullo, quello dei prataioli è fungino con una nota spesso anisata, le lamelle delle Amanita sono bianche candide, quelle degli Agaricus sono presto rosa e poi brunastre.