L’isola di Ponza è riconosciuta come uno dei luoghi più belli del Mediterraneo. Fin dai tempi dei romani Ponza cattura i visitatori per la trasparenza del suo mare e la bellezza delle sue coste. Oggi è tra le mete marine più ambite per le vacanze estive da parte di turisti provenienti da tutto il mondo.
L’entroterra
In pochi, però, conoscono le bellezze dell’entroterra, così ricco di meraviglie naturali, di testimonianze archeologiche, opere ingegneristiche, edifici storici e tradizioni enogastronomiche secolari. Un patrimonio di bellezza e cultura tutto da scoprire, che rende Ponza un luogo imperdibile anche e specialmente nei mesi primaverili e autunnali. La primavera e l’autunno: due stagioni magiche durante le quali si può vivere l’isola in maniera diversa, più autentica e meno turistica, provando emozioni irripetibili, immergendosi in una natura dominata dalla macchia mediterranea da scoprire attraverso passeggiate indimenticabili. E poi ci sono le tracce di una civiltà millenaria, che dal neolitico ad oggi ha subito l’influsso di fenici, greci, volsci e romani. Popoli che hanno abitato e reso fertile questa isola, dando vita anche ad una tradizione enogastronomica di eccellenza.
L’isola e i suoi percorsi
I luoghi più segreti di Ponza si possono scoprire grazie a decine e decine di chilometri di sentieri di diverse difficoltà, adatti a tutti e perfetti da percorrere in primavera e in autunno perché il clima mite e fresco permette di camminare con più piacere e perché la natura con i suoi colori e profumi dà il meglio di sé.
Monte Guardia
Dal centro del paese, ad esempio, si può partire alla scoperta del Monte Guardia la cui vetta, a 280 metri sul mare, è il punto più alto dell’isola. Tra case bianche, muri a secco e macchia mediterranea il sentiero si inoltra nella natura da cui appaiono all’improvviso i resti dell’antica necropoli rupestre di Bagno Vecchio: una serie di tombe ipogee in cui si possono rinvenire tracce ellenistiche, romane e cristiane. Poco più in alto, un piccolo gioiello silenzioso e denso di spiritualità: la candida chiesa della Madonna della Civita, che ogni anno, il 21 luglio, si anima per la processione in onore della Madonna. E poi si arriva alla sommità del Monte Guardia dove fermarsi per godere di un panorama unico al mondo.
Forte Papa
Altro percorso molto interessante è quello al Forte Papa, il baluardo difensivo costruito nel sedicesimo secolo da Papa Paolo III Farnese, poi fortificato dai Borboni nel ‘700, per proteggere la costa occidentale dell’isola e gli abitanti del piccolo villaggio di Le Forna.
Punta Incenso
E poi verso nord: ancora un sentiero nella macchia mediterranea, che attraversa il promontorio settentrionale fino all’ultimo lembo di terra ponzese. E’ Punta Incenso, la fine dell’isola di Ponza, un luogo isolato, scelto da tanti per meditare e ammirare dall’alto l’isolotto di Gavi, l’isola di Zannone e un orizzonte sconfinato.
Fortino borbonico
Al centro dell’isola, invece, sulla costa orientale, troviamo il Fortino borbonico, raggiungibile con una breve passeggiata attraverso il vicino villaggio del Frontone. Il fortino fu eretto a protezione del porto di Ponza ed è anche detto fortino Bentinck dal nome del Comandante della spedizione anglo-siciliana che riconquistò l’isola nel 1813.
e molto altro
Ma si può anche rimanere nel centro abitato principale per ammirarlo e per fare una scoperta suggestiva: il cimitero. Adagiato su uno sperone di roccia, questo si affaccia sul mare in un clima di quiete e serenità. Un luogo di pace intriso di storie, dalla preistoria alle guerre tra francesi e inglesi agli inizi dell’800. Visitare Ponza fuori stagione è il momento ideale per vedere con altri occhi il centro abitato, reticolo di vicoli imbiancati, case colorate ed edifici storici. O la quinta curvilinea del porto, con le file di abitazioni su due livelli, ideata nel periodo borbonico, il municipio, la chiesa, che custodisce la statua di san Silverio, patrono di Ponza.
Tra le tracce archeologiche presenti sull’isola troviamo il complesso di piscine denominato Grotte di Pilato, raggiungibile dal mare e vicino all’attuale porto. E poi le numerose cisterne romane, purtroppo non tutte visitabili, testimoni della millenaria fatica dei ponzesi per domare e rendere abitabile un territorio duro e selvaggio. Perché l’acqua è un bene raro nell’isola ma ha permesso di coltivare orti e vigne. Prodotti della terra che hanno dato vita a una tradizione enogastronomica del tutto peculiare. Oltre ai tradizionali piatti di pesce, infatti, la cucina locale sfrutta al meglio le varietà locali, con caratteristiche uniche come “le mostarde” fatte con mosto, succo di fico d’india e finocchietto selvatico, tutti ingredienti isolani. E poi la zuppa di lenticchie con le lenticchie originarie di Ponza; o il don Ferdinando, uno spumante prodotto sull’isola. Il vino dunque. Un elemento importantissimo nella cultura di questa isola, perché è proprio il vino la passione dei coltivatori ponzesi. Ovunque terrazzamenti di vigne aggrappate alle rocce affacciate sul mare; vigneti familiari, diventati ormai meta di visitatori che si arrampicano sulle coste alla ricerca dei sapori e delle atmosfere di una volta. Ma vi sono anche vigne che producono per il mercato e che hanno ormai raggiunto un’altissima qualità. I tradizionali vitigni Biancolella, Forastera e Pedirosso si arricchiscono all’aria salmastra dando origine ad etichette pregiate. Tra queste, Casale del Giglio, Taffuri-Pouchin e le Antiche Cantine Migliaccio, raggiungibili solo a piedi o a dorso di mulo sul versante occidentale del monte guardia.
Tutto questo e altro ancora è Ponza, perla del mediterraneo che aspetta di essere scoperta lentamente e amata tutto l’anno, grazie suo scrigno di tesori circondati dal mare.