La Terra dei fuochi salvata dalle piante

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La Terra dei fuochi salvata (anche) dalle piante

Di Daniele Durso

Organizzazioni criminali, corruzione nella pubblica amministrazione, mancanza di controlli adeguati sulle attività industriali e sui trasporti di rifiuti, consapevole partecipazione di molte realtà imprenditoriali hanno trasformato questa zona della Campania in una pericolosa discarica a cielo aperto. Oggi, alle autorità locali, alle organizzazioni ambientaliste e alla popolazione locale che stanno lavorando per bonificare la Terra dei Fuochi un aiuto potrebbe arrivare dalla natura

 

La “Terra dei Fuochi”, lo sappiamo è una pericolosa discarica a cielo aperto di rifiuti tossici e industriali. Quest’area, compresa tra le province di Napoli e Caserta, che ha patito la presenza di numerosi incendi, spesso dolosi appiccati da chi voleva liberarsi, bruciandoli all’aperto, di quei rifiuti che aziende disoneste e criminali avevano trasportato questi rifiuti nella zona per sbarazzarsene illegalmente.
La situazione è stata portata all’attenzione internazionale quando l’incremento delle malattie e dei decessi nella popolazione residente nella Terra dei Fuochi è diventato pubblico e insostenibile. Gli incendi, infatti, provocano l’emissione di sostanze pericolose nell’aria, che possono essere inalate e causare gravi danni alla salute umana.

I responsabili

Il problema è stato attribuito a una combinazione di fattori. Certamente la presenza di organizzazioni criminali che gestiscono la gestione illegale dei rifiuti ma anche la corruzione nella pubblica amministrazione, la mancanza di controlli adeguati sulle attività industriali e sui trasporti di rifiuti e la consapevole partecipazione di molte realtà imprenditoriali.

Che fare?

Negli anni, sono stati fatti sforzi per risolvere il problema, ma la situazione rimane complessa e difficile da affrontare completamente. Le autorità locali, insieme alle organizzazioni ambientaliste ed alla popolazione locale, stanno lavorando per bonificare la Terra dei Fuochi, individuando e rimuovendo i rifiuti tossici, migliorando le normative ambientali e intensificando i controlli sulle attività industriali.

Un aiuto dalle piante

Naturalmente la depurazione completa dei terreni contaminati richiede una combinazione di approcci, tra cui la bonifica chimica e/o fisica. Anche le piante, però, possono essere molto utili. I girasoli (Helianthus annuus) per esempio, sono in grado di assorbire e accumulare metalli pesanti come il piombo e il cadmio presenti nel terreno inquinato. Così come alcune specie di salice (Salix), diverse specie di cardo (Cirsium) e l’ortica (Urtica dioica). Utili per estrarre inquinanti dal suolo, come i composti organici clorurati, anche i pioppi, specie il pioppo nero (Populus nigra) e il pioppo bianco (Populus alba).
Gli strumenti per rimediare ci sono. Importante è tenere alta la guardia.