C’era una volta la neve. E l’acqua
Di Daniele Durso
È arrivato il momento di fare i conti e guardare in faccia la realtà. Le temperature miti e le scarse precipitazioni nevose hanno determinato un deficit nella disponibilità di acqua contenuta nella neve del 64 per cento. E le abbondanti nevicate di metà gennaio cadute in Appennino, a causa delle alte temperature che hanno sciolto velocemente la neve accumulata, non hanno migliorato di molto la situazione.
Praticamente, la neve disponibile oggi è quella che ci saremmo potuti aspettare fine giugno.
Secondo Francesco Avanzi, ricercatore del Dipartimento di Idrologia e Idraulica della Fondazione Ricerche CIMA, “Entriamo quindi nei mesi in cui la domanda di approvvigionamento idrico diventa più importante con due mesi di scioglimento che probabilmente mancheranno. E se la scarsità di neve si è fatta sentire già lo scorso anno durante la siccità estiva, oggi chiudiamo con appena la metà della neve disponibile rispetto al 2022».
Nell’ultimo anno, nel nostro Paese, il picco nevoso è stato il più basso degli ultimi dodici. E’ sulle Alpi che si registrano i deficit maggiori: meno 67 percento rispetto al periodo storico.
Il guaio è che queste montagne sono le più significative in termini di disponibilità idrica della penisola. Da qui arriva acqua al bacino del Po, che mostra un deficit del 66 percento, e quella dell’Adige che arriva ad un deficit del 73 percento.
Come dicevamo va appena un po’ meglio in Appennino, che però fornisce il 10 per cento dell’equivalente idrico nazionale della neve, con un deficit che si assesta al 58 per cento.
Sostanzialmente, afferma Francesco Avanzi, “l’inverno 2022-23 è stato un racconto di scarse precipitazioni, che hanno impedito l’accumulo di neve, e temperature miti, che invece hanno giocato ad anticipare lo scioglimento di quella poca neve disponibile. Inoltre, in un mondo di temperature in aumento, anche le nevicate più abbondanti vengono messe alla prova. Sebbene di solito ci siano mesi più piovosi, come aprile e maggio, lo scioglimento della neve è lento e costante…. È il metodo perfetto per infiltrare l’acqua nei suoli e ricaricare così le nostre falde acquifere. Questo meccanismo è meno significativo con le abbondanti piogge tipiche dei mesi estivi, e questo è un altro elemento che ci porta a guardare con attenzione all’estate – periodo che, ultimamente, è caratterizzato anche da temperature molto elevate che non fanno altro che aumentare la richiesta di acqua: la tempesta perfetta, insomma”.
Si prepara un’estate difficile. Sarà bene mettere in campo tutte le tecniche di adattamento disponibili.