I mulini a vento, uno dei simboli dell’Olanda, potrebbero tornare a girare

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I mulini, uno dei simboli dell’Olanda, potrebbero tornare a girare

 

testo e foto di Davide Bortuzzo

Si sente pronunciare il nome Olanda e subito le prime immagini che ci vengono in mente sono i tulipani, ma soprattutto i mulini a vento. Eppure non sono affatto un’invenzione olandese ma molto probabilmente furono inventati dai greci che decisero di sperimentare l’idea di utilizzare il vento al posto dell’acqua per azionare queste ingegnose macchine che inizialmente erano fisse e non potevano girare per seguire i venti. Attorno al 1000 i primi mulini comparvero in Europa, e precisamente nelle Fiandre e in Normandia, utilizzati principalmente per la macinazione del grano. Furono considerati una rivoluzione tecnica perché consentivano al mugnaio di ruotare la parte superiore in base alla direzione del vento, sfruttando al meglio la loro innovativa funzione. Dopo il 1300 il mulino si diffuse in tutta Europa, dalla Scandinavia fino alla Turchia. Ma perché i mulini vengono associati ai Paesi Bassi? Si pensa che la loro “Golden Age” sia attribuibile ad un’idea geniale di Cornelis Corneliszoon van Uitgeest, che attorno al 1600 aggiunse un albero motore a un mulino a vento per convertire il movimento rotatorio in un movimento su e giù. Di questa invenzione ottenne un brevetto che gli consentì, in quel momento di grande richiesta di legname per navi dalla Compagnia olandese delle Indie orientali, di aumentare esponenzialmente la velocità di lavorazione del legno nelle segherie. I mulini a vento venivano però utilizzati per svolgere anche altre funzioni e, in base alla meccanica, alla loro forma e alla costruzione si dividevano principalmente in 4 grandi categorie: mulino Polder, mulino segheria, mulino mais e mulino gesso.

 VITA NEI MULINI

Si tratta di costruzioni enormi, ma un particolare colpisce subito, le piccole dimensioni delle porte d’ingresso. Questo è dovuto al fatto che l’alimentazione all’epoca era molto povera e gli abitanti non erano alti come quelli odierni. I mulini abitati erano i cosiddetti mulini verticali, con i loro spazi interni piccoli ma confortevoli, arredati dal mugnaio come delle vere e proprie case. Uno dei più straordinari esempi di mulini abitabili è quello di Nederwaardmolen, oggi visitabile e che permette di ammirare in pieno le condizioni di vita al suo interno. E’ suddiviso in 4 livelli. Partendo dall’ultimo piano troviamo gli ingranaggi del mulino e la calotta rotante, poi più sotto la soffitta dove si affumicava il pesce, scendendo vi erano le stanze dei bambini, e infine il soggiorno con camera da letto dei genitori al piano terra. Durante la seconda guerra mondiale, la posizione delle pale dei mulini fu usata come messaggi in codice per gli abitanti del luogo contro imminenti incursioni naziste. Era comunque già consuetudine “leggere” un messaggio segreto semplicemente guardando le vele del mulino, e di seguito vengono specificate le posizioni più frequenti.

Pale posizionate a “x”: il mulino è rimasto a lungo fermo ed è temporaneamente fuori uso.

Pale inferiori rivolte al lato destro: segno di lutto.

Pale inferiori rivolte al lato sinistro: lieto evento come ad esempio una nascita o un matrimonio.

 I PIU’ CONOSCIUTI

Kinderdijk è il più importante complesso di mulini a vento in Olanda con ben 19 strutture disposte su due file, considerate Patrimonio dell’Umanità dal 1997.  Sono stati costruiti con la funzione di mantenere asciutto il bassopiano di Alblasserwaard e facevano parte di un sistema di prevenzione dalle inondazioni molto più vasto di quello attuale. Anche se i mulini di Kinderdijk sono stati sostituiti da sistemi di pompaggio dell’acqua a diesel ed elettrici, vengono mantenuti in perfette condizioni e possono essere messi in funzione in qualsiasi momento, sia per i turisti sia per necessità della popolazione.

Kinderdijk si trova alla confluenza dei fiumi Lek e Noord, a circa 15 km da Rotterdam, e il suo nome significa “Diga dei bambini” poiché, secondo la tradizione, durante l’alluvione del 1421, un neonato e un gatto in una culla furono trasportati dalle acque fino alla diga che ne prese poi il nome. 

A Zaanse Schans, non lontano da Amsterdam, c’è un pezzo vivente della storia olandese. 250 anni fa la regione di Zaan era tra le più antiche e attive aree industriali del Mondo e nel periodo di massimo splendore contava più di 600 mulini a vento, dei quali però ne sono sopravvissuti solo una decina, tutti peraltro in ottimo stato. Oggi l’area che li ospita è diventata un museo all’aperto con migliaia di visitatori che possono passeggiare per il piccolo villaggio in cui lavorano ancora parecchi artigiani, che si adoperano per mantenere viva la memoria delle attività che si svolgevano in questi meravigliosi mulini, adibiti principalmente a compiti di segheria, produzione di mostarda, produzione di vernici, produzione di carta, macinazione di semi di lino e di arachidi e lavorazione del tabacco.

Quelli di Schiedam sono invece i 5 mulini a vento più grandi al mondo.  In origine erano una ventina, nati con lo scopo di macinare vari cereali e raggiungono decine di metri di altezza. Il più alto tra i 5 rimasti è De Noord, misura ben 44,8 metri fino alla punta della pala più alta. I mulini a torre di Schiedam sono considerati di tipo industriale, e si sono distinti anche nella produzione del tipico gin olandese (jenever). Nel XVIII e XIX secolo Schiedam divenne infatti la capitale mondiale del jenever. Sono di forma rotonda e costruiti in mattoni, il che consentiva di erigere mulini più alti di quelli in legno, ma a causa del peso maggiore non venivano utilizzati per drenare i polder (zone pianeggianti al di sotto del livello del mare, protette da dighe). Si preferì infatti costruirli dove il terreno era più stabile, spesso nella periferia delle città, e la loro notevole altezza consentiva un accesso senza ostacoli al flusso del vento, poiché riuscivano a svettare sopra i tetti delle case o delle chiome degli alberi circostanti. Ci sono più di 1.000 mulini a vento nei Paesi Bassi, generalmente aperti ai visitatori e addirittura alcuni con musei e ristoranti situati all’interno. Oltre ai sopra citati sono di interesse turistico anche quelli di Amsterdam e di Leida e nella stagione invernale, quando i canali si ghiacciano, si trasformano in aree con piste di pattinaggio per la gioia di abitanti e turisti. Ogni anno in Olanda si tiene la “Giornata nazionale dei mulini”, più precisamente il secondo sabato di maggio. In questo giorno più di 950 mulini a vento e ad acqua dei Paesi Bassi sono aperti ai visitatori, spesso gratuitamente. 

ENERGIA PULITA

Alla fine dell’800 i Mulini diminuirono in modo drastico e nel ‘900 furono piano piano sostituiti con i motori a vapore. Per garantire che rimanesse la memoria storica di queste eccezionali macchine, si decise di conservare i restanti Mulini, poiché tutta l’umanità potesse ammirarli e conoscere il loro incessante lavoro. Tuttavia, forse con metodi “moderni” stiamo lentamente tornando ai giorni dei mulini a vento. Attualmente infatti, per mantenere i Paesi Bassi “asciutti” e produrre energia elettrica pulita, sono state installate turbine eoliche sempre più tecnologiche, ma che rispettano al meglio l’ambiente, ripopolando il paesaggio dominato per secoli dai tradizionali mulini. La struttura di una turbina consiste semplicemente in un alto traliccio, sul quale è posizionato un rotore con 3 grandi pale. Gli olandesi chiamano mulini a vento anche questi nuovi giganti a causa della loro rotazione azionata dal vento, ma le turbine sono molto diverse dalle loro controparti più tradizionali. L’obiettivo dell’Olanda è di allinearsi agli standard imposti dalla Comunità Europea, realizzando dei monumentali parchi eolici sia onshore che offshore, per raggiungere entro il 2023 il 16% del consumo totale di energìa da fonti rinnovabili.

Bisogna infatti riconoscere ai Paesi Bassi degli importanti meriti, come ad esempio il grandioso traguardo raggiunto nel 2017, anno in cui l’intera rete ferroviaria Olandese ha potuto essere alimentata esclusivamente con energia eolica.  Primo Paese al mondo a trasformare l’intera “flotta” di carrozze su rotaia in “treni verdi” elettrici, che non producono emissioni di CO2 e portano un grande beneficio all’ambiente. I Paesi Bassi stanno pian piano divenendo un bell’esempio da seguire anche per altri Stati, sia per l’innovativo utilizzo delle proprie risorse, sia per la particolare attenzione che pongono alle energie rinnovabili, contribuendo così a rendere il nostro Pianeta un Mondo migliore.



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