Sulle orme. La lettura delle impronte degli animali

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Sulle tracce. La lettura delle impronte degli animali

di Kyt Lyn Walken

L’osservazione scrupolosa, il rispetto del comportamento animale, la conoscenza dell’habitat e degli istinti. Seguire le orme per incontrare la Natura

Un’arte antica

La lettura e della interpretazione delle tracce animali (Animal Tracking) è una arte antichissima, sviluppatasi fin dall’Età della Pietra. Basandosi esclusivamente sulla metodica lettura di quello che le differenti tipologie di terreno ci offrono, questa disciplina si rivela essere una vera e propria scienza. Infatti, i dati oggettivi che vengono rilevati, analizzati e catalogati consentono non solo di addentrarci più profondamente nelle dinamiche tra Uomo e Natura, ma offrono anche la possibilità di un totale ricongiungimento che spesso si tende purtroppo a trascurare o addirittura a perdere.

Al giorno d’oggi, quest’arte conta migliaia di appassionati in tutto il mondo (biologi, conservazionisti o semplici curiosi e appassionati del mondo naturale). Nonostante il passare dei secoli, l’Animal Tracking conserva ancora le poche, essenziali regole che l’hanno contraddistinta e preservata dall’oblio nel corso dei secoli.

L’osservazione scrupolosa e, in primis, il rispetto del comportamento animale, unita alla conoscenza dell’habitat e degli istinti, costituisce il primo, vero passaggio nell’ingresso di questa disciplina.

Osservazione, lettura, interpretazione

Come saggiamente dichiarato da uno dei miei istruttori americani, il Tracking non è certamente magia, né richiede doti particolari se non pazienza, autodisciplina, onestà e concentrazione.

Questa arte si basa infatti su tre fasi: osservazione, lettura, interpretazione

I cosiddetti “trucchi del mestiere“, e la mentalità corretta da applicare nelle diverse fasi di questa disciplina, sono acquisibili soltanto grazie a ore e ore di esperienza su terreni diversi (terra, fango, letto di foglie, terreni rocciosi, prati..) e in condizioni meteo decisamente differenti; essi sono tuttavia alla portata di chiunque desideri realmente dedicarsi a questa Arte.

Gli strumenti del “Tracciatore” (Tracker in inglese) consistono in un dispositivo di misurazione, una torcia (principalmente una torcia a mano), carta per appunti, penna e matita, pinzette (per rimuovere eventuali detriti sulle tracce)

Come accennato in precedenza, l’esperienza e il costante allenamento giocano un ruolo fondamentale nel percorso dell’Animal Tracking. Persino un Tracker esperto può “diventare arrugginito se lontano dal Tracking troppo a lungo“!

Come diventare un buon Tracker

I principali fattori che influenzano il percorso di crescita nell’arte del Tracking sono rappresentati da terreni diversi, ambienti variegati, condizioni meteorologiche differenti coniugati a determinate condizioni fisiche e mentali. Rimanere attenti e umili, considerando tutti gli errori come inevitabili,  e anzi essenziali, costituisce di certo un passaggio legittimo.

Quando seguiamo la pista di un animale, tutti i nostri sensi, a eccezione del gusto, vengono coinvolti. Anche se gli occhi svolgono il compito principale, il senso dell’olfatto e dell’udito sono altrettanto importanti. Abituiamoci pertanto a vedere, sentire, annusare tutto ciò da cui siamo circondati: se l’atto di osservare è, in sé, la buona base della nostra ricerca di tracce, il nostro sapere creare una sorta di schedario visivo e successivamente mentale relativo alle impronte animali che vediamo, costituirà, infatti, il secondo gradino da affrontare.

Dove vedere le tracce animali

Partendo da un qualsiasi contesto outdoor vi basta, almeno agli inizi, trovare i giusti punti per osservarle tracce di persone o animali. Questi posti, lungi dall’essere rari, sono zone coperte di fango, o di sabbia, o di qualunque substrato abbia sufficiente umidità da poter “trattenere” le impronte. Si chiamano “track traps“.

All’interno di queste zone, preferibilmente al mattino, avremo maggiori possibilità di individuare tracce di caprioli, cinghiali e persino lepri e volpi – fermo restando che la conoscenza dell’habitat gioca un ruolo assolutamente fondamentale e dobbiamo quindi relazionarci ad esso.

Con ciò, non è solo importante dove guardare, ma anche come guardare.

Non possiamo semplicemente iniziare a dedicarci alla lettura delle impronte animali su un terreno specifico se non abbiamo assolutamente idea di cosa dovremmo guardare e come farlo.

La prima azione da svolgere è pertanto osservare accuratamente l’intera area, successivamente cercare qualsiasi alterazione dello stato naturale (tracce sul terreno, un ramoscello rotto, qualcosa che sembri “sbilanciato” in prossimità di un ingresso in una fitta vegetazione, spesso denominato trottatoio) e infine seguire la giusta pista.

Pertanto i segni e le tracce che hanno lasciato possono essere considerati disturbi, parola comune all’interno della terminologia di Tracking.

I disturbi possono apparire in una varietà di forme e dipendono principalmente dal terreno e dalla vegetazione su cui sono stati lasciati.

Possono apparire come compressioni (su foglie secche). Possono appiattirsi (su un campo di erba). Possono essere individuati come trasferimento di materiale come, ad esempio, il fango, che è rimasto incollato sotto agli zoccoli o alle unghie. Possono essere piccoli sassi leggermente dislocati. Può trattarsi anche di vegetazione spezzata o danneggiata. Ultimo ma non meno importante, possono essere escrementi, peli, persino sangue.

Essere metodici, essere curiosi e pazienti sono i requisiti fondamentali per ottenere i primi piccoli ma importanti successi in questa Arte!