Società sana in Ambiente sano
di Enrico Ceci
Per l’ecologia sociale, l’origine della crisi ambientale va ricercata nell’organizzazione gerarchica del potere da cui nasce l’ideologia del dominio sul mondo naturale. Solo affrontando i problemi sociali, che ingenerano quelli ecologici, potremo comprenderli e risolverli
l nostro è un Pianeta malato. L’estremizzazione dei fenomeni metereologici, il degrado ambientale, il deterioramento delle risorse naturali, la perdita della biodiversità, la scomparsa degli ecosistemi più fragili, sono il frutto avvelenato di un modello di sviluppo che valuta il suo stato di salute sulla crescita economica continua, sul guadagno, sull’individualismo e per questo non ha risposte credibili da offrire per fronteggiare la crisi ambientale che ha innescato.
Come umani, noi siamo parte dell’evoluzione biologica. La nostra coscienza è l’espressione di un processo naturale, di una lotta per aumentare la complessità e la consapevolezza, che è arrivato fino alla consapevolezza di sé.
A questa “prima natura”, poi, è venuta a sommarsi una consapevolezza sociale unica: una “seconda natura”.
Questa seconda natura – fatta di sviluppo delle tecnologie, di scienza, d’istituzioni sociali, di città – dipende interamente dalle capacità umane che si sono evolute nella “prima natura”. La società umana e la Natura non umana sono quindi collegate in un unico flusso evolutivo.
Purtroppo i cambiamenti ambientali che le nostre attività producono sono incomparabili con quelli di ogni altre specie. Questa nostra “seconda natura” è diventata un problema per noi stessi e per il Pianeta. Comprendere come questo è accaduto è l’unica possibilità per tentare una soluzione e avviare quell’’inversione di tendenza necessaria affinché le conseguenze del cambiamento climatico non diventino catastrofiche e irreversibili.
Origine e comprensione della crisi
Le teorie dell’ecologia sociale, sostengono che l’origine della crisi ambientale va ricercata nell’organizzazione gerarchica del potere e nella mentalità autoritaria che governa la nostra società. In questa struttura di relazioni nasce l’ideologia occidentale del dominio sul mondo naturale. Il dominio sulla natura nasce, cioè, dal dominio dell’uomo sull’uomo.
E’ solo affrontando i problemi sociali, che ingenerano anche quelli ecologici, che questi ultimi potranno essere compresi e risolti.
La via per trasformare le nostre relazioni con la Natura passa per una socialità alternativa basata su principi etici che la stessa natura ci fornisce. Un ecosistema sano è quello che riesce a massimizzare la diversità e l’interazione e a minimizzare la gerarchia e il dominio. Un’unità organica autoregolata, fondata sul rispetto e sull’aiuto reciproco, sull’interrelazione di tutti gli aspetti della vita, dove gli interessi collettivi sono inseparabili da quelli individuali.
I sostenitori dell’ecologia sociale ritengono che troppo spesso l’ambientalismo tenda a concentrarsi sui sintomi piuttosto che sulle cause. Per questo ritengono erronee le soluzioni ai problemi ambientali fondate sulle nuove tecnologie o sulla riduzione di popolazione.
La riduzione di popolazione non significa, necessariamente, anche riduzione dei consumi. Anzi, visto lo sganciamento in atto tra necessità e acquisto, questi potrebbero addirittura aumentare.
Allo stesso modo, una semplice sostituzione tecnologica non ha capacità taumaturgiche e può continuare a provocare danni se l’ideologia che la utilizza resta la stessa.
Prendiamo la sostituzione dei motori alimentati con carburanti tradizionali con quelli elettrici. Una presunte “rivoluzione verde” che non avrebbe alcun impatto sul numero dei veicoli circolanti e, quindi, sul traffico. Che lascia invariati i modi con cui è prodotta l’energia elettrica impiegata e la diffusione di PM2.5, le sottilissime particelle tossiche prodotte dall’usura dei freni e dai pneumatici. Che ha bisogno di batterie sempre più potenti e quindi delle materie prime, come il litio, la grafite e il cobalto che sono estratti con metodi inquinanti in Paesi che calpestano ogni diritto umano, dove è altissimo il rischio di ricreare le logiche neocoloniali e i meccanismi corruttivi utilizzati nei paesi petroliferi.
L’opera di spoliazione del Pianeta, ingenerato dalle società gerarchiche, è cominciato ben prima dell’emergere della scienza moderna o delle società industriali. Sono solo cambiati gli strumenti e la velocità di predazione.
Traguardo dell’ecologia sociale è la sostituzione di una mentalità del dominio con un’etica della complementarità che rifletta il ruolo dell’uomo inteso come artefice di un mondo più ricco per tutti gli esseri viventi.
Per saperne di più: Murray Bookchin, L’ecologia della libertà. Emergenza e dissoluzione della gerarchia