Potatura:
-è stata effettuata la potatura di tutti i rami secchi in corrispondenza del punto di ramificazione facendo attenzione che la superficie di taglio fosse rivolta verso il basso
Potatura
-è stata effettuata la potatura di tutti i rami secchi in corrispondenza del punto di ramificazione facendo attenzione che la superficie di taglio fosse rivolta verso il basso (questo impedisce i ristagni d’acqua piovana e quindi il proliferare sulla superficie di taglio di microrganismi potenzialmente patogeni). E’ importante non effettuare potature drastiche di rami di grosso diametro o branche principali (a meno che non siano secchi),perchè questo porta la pianta a emettere un gran numero di polloni, disperdendo le poche risorse energetiche che l’olivo ha in questo particolare momento e inoltre le grosse ferite stentano a rimarginare.
La potatura ha interessato anche i succhioni (ad eccezione di quelli che dovevano sostituire alcune parti essenziali della pianta) e i polloni basali; inoltre la chioma è stata sfoltita per permette una maggiore areazione e consentire ai raggi solari di raggiungere tutti i rami e le foglie più interne.
– Sono stati usati attrezzi con lame ben affilate: una superficie liscia e netta, favorisce il processo di cicatrizzazione,diminuendo la probabilità di ingresso di eventuali microrganismi patogeni. Le lame sono state disinfettate con candeggina, per impedire di trasferire eventuali patogeni fungini e batterici (es.Pseudomonas savastanoi pv savastanoi agente della rogna dell’olivo, funghi tracheofili) da una pianta all’altra.
– Sezioni di taglio con diametro maggiore di 5 centimetri, sono state disinfettate con una pasta a base di rame e calce. Le dosi per la preparazione di 10 litri di pasta disinfettante sono:3 kg di grassello di calce+ 1 kg di solfato di rame in 10 litri di acqua. Con l’aiuto di un pennello la pasta ottenuta è stata distribuita sulle superfici di taglio.Sia il rame che la calce posseggono una buona attività fungicida e fungistatica, inoltre il rame ha spiccate proprietà antibatteriche. Per la protezione delle ferite da taglio possono essere utilizzati anche paste a base di rame, cera o mastici per gli innesti.
– I residui di potatura sono stati bruciati per eliminare uova e larve di insetti parassiti molto presenti sulle piante interessate dal disseccamento.
Trattamenti alla pianta
– Chioma e tronco dell’ulivo sono stati irrorati con poltiglia bordolese per 2 o 3 volte a distanza di 20 – 30 giorni (a seconda della piovosità che può dilavare il prodotto dalla superficie della pianta).Dosi per 100 litri di poltiglia bordolese: 1 kg di solfato di rame (quello con maggiore capacità di penetrazione è il solfato di rame pentaidrato)+ 1 kg grassello di calce, in 100 litri d’acqua.Preparare la soluzione versando molto lentamente 20 litri di soluzione di calce in 80 litri di soluzione di solfato di rame.
– In primavera, cioè durante la ripresa vegetativa dell’olivo, il colletto, i tronchi e le branche principali, sono stati trattati con una miscela di solfato ferroso e grassello di calce le cui dosi per 100 litri di acqua sono:2 kg di solfato ferroso + 2 kg di grassello di calce (idrossido di calce con 80/100 giorni di stagionatura).Il solfato ferroso ha un triplice scopo: 1) nutre il legno attivo sotto la corteccia (riducendo la clorosi ferrica); 2) favorisce un riequilibrio fra i microrganismi epifitici presenti sulla corteccia dei tronchi,aumentando la presenza di quelli che sono competitori e antagonisti dei patogeni; 3) battericida nei confronti della rogna.
Trattamenti al terreno
– Il terreno sottostante la chioma e la base della pianta sono stati cosparsi con zolfo e calce in polvere (dosi: ¾ di zolfo + ¼ di calce) miscelati e successivamente interrati con una leggera e superficiale lavorazione. Lo zolfo in polvere disinfetta il terreno; grazie alla sua attività fungicida e insetticida (es. punteruolo e oziorrinco) inoltre è un elemento nutritivo essenziale nella sintesi di importanti proteine della pianta che contengono residui aminoacidici soprattutto di cisteina (es. “defensive protein”, glutatione e altre molecole antiossidanti). Queste proteine svolgono un ruolo importante nell’autodifesa della pianta.
– Sovescio
E’ stata effettuata la semina di favino su tutto il campo ad eccezione della zona sottostante la chioma delle piante. In fase di fioritura le piante di favino sono state trinciate e interrate lavorando superficialmente il terreno. La pratica del sovescio apporta diversi benefici:
1)migliora la fertilità del terreno incrementandone la materia organica;
2) Apporta buone quantità di azoto e fosforo;
3) Rallenta i fenomeni erosivi del terreno grazie alla presenza degli apparati radicali delle piante da sovescio;
4) Migliora la struttura del terreno consentendo una migliore ossigenazione degli apparati radicali delle piante d’olivo;
5) Riduce la compattezza superficiale del terreno, migliorandone così il drenaggio e lo scambio gassoso.
6) Riduce notevolmente la presenza di piante infestanti, grazie alla competizione per i nutrienti e per la superficie disponibile di terreno;
7) Biofumigazione nei confronti di funghi, batteri, insetti e nematodi patogeni;
8) Aumenta la biocenosi microbica tellurica utile, spostando l’equilibrio verso popolazioni microbiche competitive come Bacillus sp., Pseudomonadi fluorescenti, Streptomiceti,Fusarium sp.,Trichoderma sp.;
9) Sottrae considerevoli quantità di CO2 dall’atmosfera immagazzinandola nel terreno (azione carbon sink).
Calendario per le esecuzioni dei lavori
Dicembre-Marzo
-Potature di tutte le parti secche della pianta
-Effettuare la slupatura e successiva protezione delle ferite con gli stessi prodotti utilizzati per proteggere i tagli delle potature.
– Trattamento della chioma, del tronco e dei rami con la poltiglia bordolese
Marzo-Maggio
-Sovescio del favino in fase di fioritura.
-Trattamento del colletto, tronchi e branche principali con la miscela di solfato ferroso e grassello di calce(prima o dopo la fioritura, NO durante).
-Cospargere zolfo e calce in polvere sul terreno sottostante la chioma e alla base della pianta
Giugno-Luglio
– Sfalciare l’erba e lasciarla in loco per ottenere l’effetto pacciamante.
Settembre
-Erpicatura leggera del terreno per consentirne l’arieggiamento.
-Potatura dei succhioni e dei polloni.
-Rincalzatura del colletto.
-Trattamento del tronco e delle branche principali con zolfo bagnabile, MAI insieme alla poltiglia bordolese.
Ottobre-Novembre
-Trattamento con la poltiglia bordolese subito dopo la raccolta.
-Semina di favino (meglio se una varietà locale) per l’inerbamento e successivo sovescio