Tartarughe mon amour

Tartarughe

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Tartarughe mon amour


di Cinzia Chiodetti

La tartaruga vive sul nostro pianeta da centinaia di milioni di anni. Oggi inquinamento, rifiuti, plastiche, traffico nautico e catture accidentali durante le attività di pesca costituiscono una grave minaccia


 

Antiche e misteriose

La tartaruga marina è uno degli animali più antichi che vive sul nostro pianeta. Discendenti dai dinosauri, le tartarughe sono rettili che, grazie a una serie di adattamenti particolari, in milioni di anni, sono riuscite a diffondersi in tutti i mari tropicali e subtropicali con diverse specie. Negli ultimi anni però qualcosa è cambiato e, in maniera lenta, ma inesorabile, è iniziato il loro declino. Attualmente ben 6 delle 7 diverse specie di tartarughe marine esistenti figurano nella Lista rossa IUCN delle specie a rischio di estinzione.

Minacciate da terra e da mare

Le tartarughe marine sono specie molto vulnerabili e i pericoli per loro giungono sia da terra che dal mare. A terra risentono del processo, sempre più spinto, di antropizzazione delle coste a causa del quale non riescono più a trovare sulle spiagge le condizioni ottimali per nidificare. Quando arrivano a terra, pronte a deporre le uova, le tartarughe hanno bisogno del silenzio, della quiete e del buio; quindi, risalgono la spiaggia fino a trovare un punto sicuro e qui scavano il nido e depongono fino a cento uova, e a volte anche di più. Terminata la deposizione tornano in mare, lasciando alla sabbia e al sole il compito di portare a termine il lavoro. Purtroppo, però, le spiagge, nel periodo di deposizione, sono sempre più frequentate, anche di notte, e i rumori e le luci rappresentano un disturbo in grado di dissuadere mamma tartaruga dal suo proposito. Nei casi fortunati in cui riescono a deporre le uova il problema si pone nei mesi seguenti, quando cause naturali, come mareggiate o animali selvatici che predano le uova, e meno naturali, ad esempio le punte degli ombrelloni piantati nella spiaggia, possono provocare la distruzione del nido. Se, invece, mamma tartaruga riesce a deporre le sue uova e nessuno distrugge il nido, dopo circa due mesi, i piccoli rompono il guscio e faticosamente si dirigono verso l’acqua, ma durante il tragitto possono essere facili prede per uccelli e granchi. Finiti i pericoli a terra, una volta raggiunto il mare, le tartarughine sono minacciate dai pesci, e così soltanto una piccola percentuale di nuovi nati riuscirà a diventare un esemplare adulto. Gli esperti dicono che, su 1000 tartarughe nate, solo una riesce a raggiungere l’età riproduttiva. Tuttavia, anche una volta diventate adulte, le tartarughe continuano ad essere minacciate e i pericoli maggiori sono proprio nel mare, il loro ambiente naturale. Si stima, infatti, che ogni anno, solo nel Mediterraneo, muoiano oltre 70 mila tartarughe a causa della pesca professionale, dell’inquinamento e del traffico nautico.

SOS plastica

Un altro grave problema, per le tartarughe marine che nuotano nel Mar Mediterraneo, è rappresentato dai rifiuti di plastica.  Sacchetti, resti di bottiglie e stoviglie, cotton fioc, lenze e imballaggi di vario tipo sono stati rinvenuti nello stomaco degli esemplari degli animali ricoverati nei Centri di Recupero dove i ricercatori hanno documentato che l’ingestione di questi materiali può essere letale perché arriva a determinare la morte per soffocamento o per blocco intestinale. Spesso la notevole quantità di plastica ingerita crea alle tartarughe problemi di galleggiamento impedendo loro di alimentarsi.