Il Vallone dei mulini e il ritorno della natura

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Il Vallone dei mulini e il ritorno della natura

Di Daniele Durso

Il Vallone dei Mulini, nel XVII secolo il sito fu scelto per l’installazione di un impianto di mulini per la macinazione del grano, a cui si aggiunsero una grossa segheria e un lavatoio pubblico. L’impianto funzionò fino ai primi decenni del Novecento, poi, anno dopo anno, la natura si è ripresa i suoi spazi

 

E’ sufficiente trascurare per pochi giorni il nostro giardino o il balcone con vasi di fiori e piccole piante, che subito notiamo l’arrivo di fastidiose foglioline invasive che si insinuano e cercano uno spazio autonomo. Se ignoriamo la cosa e non interveniamo, molto presto i nostri vasi diventeranno un groviglio di quelle che chiamiamo impropriamente ‘erbacce’ e le nostre belle composizioni verranno inghiottite in una informe nuvola verde. Un po’ frustrante sì, ma anche l’energica dimostrazione di quanto dinamica e potente sia la natura. Ed è anche più evidente quando parliamo di interi insediamenti umani abbandonati che, col passare del tempo, vengono colonizzati da ogni tipo di piante autoctone e offrono spettacoli indimenticabili. Di questi luoghi ce ne sono tanti un po’ in tutti i Paesi del mondo, perché le attività umane non sono eterne. A volte si tratta di interi villaggi ma, più spesso, di installazioni industriali che, non rendendo più in termini economici, vengono abbandonate così, senza alcun intervento di riqualificazione del territorio. Semplicemente, restano lì dimenticate e affidate al logorìo del tempo.

Da visitare

Anche in Italia di siti così ne abbiamo tanti, sparsi un po’ su tutto il territorio e alcuni sono diventati vere e proprie mete turistiche. In Campania ce n’è uno che vi invitiamo a visitare, perché davvero suggestivo: si può ammirare dall’alto, con l’eventuale aiuto di tour guidati. Si tratta del Vallone dei Mulini, vicino al centro di Sorrento: un’area geologicamente generata 35.000 anni fa, quando un’eruzione dei Campi Flegrei ricoprì l’area di detriti. Le acque di sorgente che formavano piccoli corsi d’acqua dovettero scavare una gola lunga e profonda, per trovare un naturale sbocco al mare. Nel XVII secolo il sito fu scelto per l’installazione di un impianto di mulini per la macinazione del grano, a cui si aggiunsero  una grossa segheria e un lavatoio pubblico. L’impianto funzionò fino ai primi decenni del Novecento ma poi venne pian piano abbandonato per l’arrivo di soluzioni industriali economicamente più redditizie. Così anno dopo anno, lenta ma inesorabile la natura si è ripresa i suoi spazi. Grazie ad un microclima favorevole a ad un alto tasso di umidità, gli edifici sono stati ricoperti pian piano da una fitta vegetazione di felci, piccole piante carnivore e grandi cespugli di capperi. Una trionfante coabitazione di piante che, solitamente, amano anche microclimi diversi, ma che testimoniano la forza straordinaria di una natura che continua ad affermarsi, a dispetto dell’incuria umana. Un luogo affascinante da visitare e portare poi con sé nel cuore.