In sella. Equitazione non convenzionale

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In sella. Equitazione non convenzionale

Di Alberto Broccatelli*

Il benessere animale esiste laddove l’uomo si mette da parte. Perché pensare che tutti gli esseri viventi dipendano da noi è un grave errore

Nella costante de-storicizzazione del presente spesso assistiamo ad effetti sociali del vivere umano senza capirne bene le radici. Il costante rimando al presente come unica esperienza dell’agire ci porta spesso ad essere attori inconsapevoli delle nostre stesse scelte. Questo agire non è funzionale per il singolo individuo, che arriva confuso ed insicuro alla propria scelta e diventa quindi facilmente manipolabile: non avere radici solide in fondo serve a questo. Il tutto si gioca poi all’interno di un mercato che si occupa sia della creazione dei bisogni che delle offerte, divenendo esso stesso auto referenziale e quindi una diga verso la creazione di un reale pensiero alternativo. L’avvento senza nessuna gestione dei social come forma alternativa del vivere concreto in comunità sposta poi spesso l’esperienza di vita dell’uomo su una dimensione estetica, riducendo la parte etica ad una mera dissertazione filosofica con sé stessi. In un quadro sociale così complesso come si posiziona la relazione dell’uomo con gli altri animali?

CAMBIAMENTO DI RUOLI

Una volta messi a tacere i nostri competitor, sia dal punto di vista fisico che simbolico (pensiamo al lupo), ci siamo trovati di fronte al fatto che la seconda rivoluzione industriale ha sostituito in buona parte la forza animale con quella delle macchine. La globalizzazione ha spostato la conduzione degli animali da allevamento, da una gestione familiare ad un processo industrializzato e la fuga dalle campagne ha condotto insieme a noi gli animali da compagnia nelle grandi metropoli. In ogni grande cambiamento sociale, si passa dal conflitto alla riorganizzazione, e anche in questo caso è accaduto, ma siamo stati ben attenti a farci dimenticare la fase conflittuale (storicizzazione dell‘esperienza) dando totale rilievo a quella che è stata la nostra riorganizzazione. Ci siamo così distanziati dalla storia delle scelte e dalla stessa problematizzazione che ogni azione porta con sè, diventando spesso il nostro stesso folklore. In questo segmento gli animali hanno assunto un ruolo differente da quello funzionale, spostandosi sempre più sul piano simbolico. Negli ultimi anni (meno di 100 comunque) il cane ha assunto infiniti significati simbolici, passando dall’essere l’animale che ci protegge e ci aiuta a quello da proteggere e da amare, sostituendo spesso legami affettivi che dovrebbero essere tra umani. Intervenendo pesantemente dal punto di vista genetico, lo abbiamo reso più adatto alla vita nelle piccole abitazioni cittadine e ancor di più esteticamente espressione di uno status sociale.

BENESSERE ANIMALE

L’associazione “Equiazione” cerca di lavorare sull’aspetto simbolico della relazione tra uomo e animali, soprattutto il cavallo, proprio per ristoricizzare il percorso che abbiamo fatto insieme a loro, ridando dignità etica all’animalità come concetto, cosìcche possa essere un faro di nuova ispirazione nelle azioni che proponiamo sia per noi stessi che per il loro benessere. Proprio il concetto di “benessere animale” ci sembra una buona base di partenza per comprendere il concreto. Crediamo sia fuori discussione che, nell’idea di benessere animale, l’uomo sia notevolmente decentrato, non si può a ragione immaginare che la felicità del nostro animale possa dipendere da noi, sarebbe un delirio che ci porterebbe totalmente fuori focus. Il problema infatti nasce sempre dalla consapevolezza del nostro posto, fisico, relazionale e simbolico. La capacità di vedere l’altro attraverso uno sguardo vero e non proiettivo ci porterebbe ad essere non solamente il problema, ma anche una potenziale risorsa. Ci permetterebbe di costruire contesti funzionali ad una nuova idea di coesistenza, partendo da una visione di noi bisognosi di una relazione con gli animali e la natura non perché terapeutica ma perché centrale nell’equilibrio della nostra esistenza biologica.

I CAVALLI

Quando si chiede ad un bimbo, ma non solO, la motivazione per cui si avvicina ad un cavallo, quasi mai si sente da parte sua il desiderio di diventare un campione olimpico o un allevatore che fattura montagne di soldi, ma forse più semplicemente per l’idea di libertà che questo rappresenta. Come si concilia questo con un classico maneggio in cui gli unici ad essere liberi sono i topolini delle scuderie che escono la notte? Attraverso una comunicazione su due binari, da una parte si crea un immaginifico di emotività ribelle (ad es. Spirit della Disney), dall’altro si lavora su un’offerta concreta che accoglie la voglia e la trasforma in un percorso economico a discapito dell’animalità tutta. Altro settore nel quale il cavallo trova un grande spazio è quello animista-simbolico, luogo a metà tra la vecchia ippoterapia e il neo-sciamanesimo. Qui si lavora invece sul valore esotico che l’animale rappresenta dal punto di vista totemico, spesso anche di viaggiatore dimensionale. Un terzo vettore è quello folkloristico di simbolo di creazione di identità locale legata all’idea di tradizione. In un momento storico di post-globalizzazione come questo presente, il deflagrare di senso delle comunità locali porta l’uomo ad una spasmodica ricerca di vessilli identitari di cui il cavallo è purtroppo capolista. La figura dell’uomo a cavallo che segue mandrie di bovini o da solo sul suo destriero con lo sguardo fisso all’orizzonte, è ormai diventata un’idea turistica per tanti luoghi, intorno alla quale si è venuta a creare un’identità romantica per gli stessi indigeni, che sotto la pressione del soldo incarnano la fissità di un’estetica che spolpa di senso ma riempie di pecunia.

“BUTTERO CONTEMPORANEO”

Questa ultima parte secondo noi è quella con maggiori potenzialità di significato, perché si potrebbe costruire, in un livello di riflessione più armonico, un’identità contemporanea. A questo proposito è nata l’idea del ”Buttero Contemporaneo”, progetto dell’associazione volto specificatamente a cercare di recuperare quell’anello di congiunzione tra passato e futuro in una lettura storica del reale, complessa e non folkloristica.
In questo senso si dà una dignità all’animale cavallo nelle sue peculiarità specie-specifiche, totem di un percorso verso ”il vero” in cui l’uomo deve riflettere sulle esigenze dell’altro in relazione a sé stesso. Si creano contesti di convivenza nei quali diventa fondamentale in primis lavorare sulla consapevolezza e sul radicamento delle nostre azioni per avere sprazzi di coesistenza dotatasi senso. In fin dei conti la confusione è nostra, siamo portatori di continui cambiamenti e questo cozza con la cultura millenaria degli animali con i quali conviviamo, possiamo pensare di cambiare il loro esistere in base alle nostre oscillazioni, ma la loro meraviglia è quella di essere comunque sempre uguali a loro stessi anche se gli cambiamo d’abito. Il rischio è sempre quello di non ascoltare e di riempire i momenti di silenzio con parole sugli altri che sono solamente un parlare di noi stessi. Il benessere animale esiste laddove l’uomo si mette da parte, pensare che essi siano dipendenti da noi è il più grave errore che continuiamo a commettere. Il nostro bisogno di protagonismo purtroppo sta rischiando di trasformare l’ecosistema in un egosistema senza possibilità di ritorno.

*Presidente dell’Associazione di Promozione Sociale Equiazione

EQUIAZIONE: CHI SIAMO

EquiAzione è una Associazione di Promozione Sociale che si occupa di realizzare e promuovere attività orientate allo sviluppo del benessere psicofisico a livello individuale e collettivo, alla diffusione di una cultura del cavallo rispettosa della sua natura, alla valorizzazione del territorio, della sua cultura e tradizione. Opera sul territorio del Parco Regionale dei Castelli Romani, ha circa 1.300 soci. La sua sede “Villaggio Equiazione” insiste su 20 ettari di prati e bosco con oltre 60 cavalli in gestione naturale e 4 vacche maremmane. Partendo dal proporre per lo più attività di “equitazione non convenzionale” e di educazione assistita con gli animali, negli anni ha realizzato una fattoria sociale nella quale si valorizza la relazione fra animale, uomo e ambiente in un contesto integrato, all’interno del quale tutti possono trovare un senso di appartenenza alla comunità. L’associazione è conosciuta sul territorio dei Castelli Romani anche con il nome di “Buttero Contemporaneo”, brand creato da Equiazione per meglio rappresentare la volontà di creare un contesto in grado di valorizzare la tradizione (non tutti sanno che anche queste zone del Lazio sono state terre di butteri, cioè di pastori a cavallo), aprendo allo stesso tempo a prospettive future e ad elementi culturali nuovi.