Foreste da conservare, ricostruire e rigenerare
Di Rosario Mascia
In occasione del V Forum nazionale ‘La bioeconomia delle foreste. Conservare, ricostruire, rigenerare’ viene fatto il punto sul patrimonio boschivo italiano e proposte, in un rapporto ad hoc, le principali azioni da mettere in campo per una gestione forestale sostenibile
Ne risulta che il nostro Paese, ha “una superficie boscata pari al 36,7% del territorio nazionale e un sistema di tutela tra i più stringenti in Europa”.
Ma, fa presente Legambiente, “solo il 18% del territorio forestale è sottoposto a pianificazione e appena il 9% dispone della certificazione”.
Per l’associazione ambientalista italiana è “necessario agire subito. Le foreste sono un patrimonio ambientale che potrebbe giocare un ruolo diverso nel comparto del legno arredo, seconda manifattura del Paese la cui filiera del riciclo post-consumo vale oggi circa due miliardi di euro e oltre 11mila posti di lavoro. Un patrimonio da non disperdere ma da valorizzare soprattutto in termini di bioeconomia”
Commercio e impatto
Secondo Legambiente “l’Italia è tra i maggiori importatori di legname e semilavorati: oltre l’80% del fabbisogno nazionale proviene dall’estero”. Si tratta – viene spiegato – di “un commercio che non ha eguali in Europa, con un impatto ecologico ed emissioni in altri Paesi, e che a livello globale è al centro di traffici illegali e deforestazione con un fatturato inferiore solo al traffico di stupefacenti”. Per Legambiente il nostro Paese è “in forte ritardo nella pianificazione e gestione forestale sostenibile e nella valorizzazione delle filiere forestali made in Italy”. Da qui il lancio di una serie di proposte al nuovo governo: “accelerare l’attuazione della Strategia nazionale forestale, rendere obbligatoria la pianificazione e non concedere deroghe alle Regioni inadempienti, promuovere ‘cluster Legno nazionale’ per valorizzare le filiere made in Italy, inserire le foreste nelle strategie per la decarbonizzazione”.
Calamità e clima
Calamità naturali ed eventi climatici estremi sono sempre più frequenti e hanno reso le foreste italiane più fragili, vulnerabili e meno resilienti”. Minacce che – secondo Legambiente – “possono portare a conseguenze devastanti per la sopravvivenza e l’efficienza di particolari ecosistemi forestali, ma anche per il loro valore economico e sociale. Dall’analisi dei dati dell’ultimo aggiornamento dell’Inventario nazionale delle foreste e dei serbatoi forestali di carbonio, si evidenzia come il 4,3% dei nostri boschi sia interessato da danni più o meno evidenti su una porzione della copertura superiore al 30%”. Le principali cause di danno sono “fitopatie causate da insetti, funghi, batteri, micoplasmi e virus (33,8% della superficie del bosco con danni su almeno il 30% della copertura), eventi climatici estremi quali tempeste di vento, alluvioni, nevicate molto abbondanti (26,5%) e incendi del soprassuolo e del sottobosco (rispettivamente 20,7% e 1,9%)”.