Non ti dimenticar di me. I frutti della tradizione italiana, un viaggio nel passato saporito
Di Daniele Durso
L’Italia, patria di una ricca tradizione culinaria, ospita una varietà di frutti che, nel corso del tempo, sono stati in gran parte dimenticati. Questi tesori gastronomici, una volta pilastri della dieta italiana, meritano una riscoperta
Tra i frutti dimenticati, spicca il melograno, con i suoi chicchi succosi e antiossidanti. La sua storia si intreccia con quella dell’antica Roma, dove era simbolo di fertilità.
Altri frutti affondano le radici nella tradizione contadina, come la nespola, dalla polpa dolce e profumata. Spesso trascurata per le sue dimensioni ridotte, la nespola è un’autentica delizia che racconta storie di campagne e raccolti abbondanti.
O come i susini, con le loro prugne carnose, che portano con sé il sapore della nonna e delle conserve fatte in casa.
I fichi d’India, sono evocativi di paesaggi aridi e assolati del Sud Italia. Ma non sono solo un simbolo di resistenza alla siccità, ma anche un frutto versatile che può essere gustato fresco o utilizzato per preparare deliziose marmellate.
Infine, il sorbo, con i suoi frutti arancioni o rossi, offre un’accoglienza autunnale nella cucina tradizionale. Spesso trascurato per la sua astringenza, il sorbo si presta a varie preparazioni, dalle confetture ai dolci, aggiungendo un tocco unico ai piatti.
In un’epoca in cui la diversità culinaria è celebrata, questi frutti dimenticati meritano di essere riportati in auge. La loro storia è intrecciata con le radici dell’Italia e riscoprirli aggiunge un capitolo gustoso alla tavola contemporanea.