La regina delle favole

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La regina delle favole


di Domenico Barletta

Non finisce mai di stupirci: le sue capacità, la sua agilità, la sua perizia nell’adattarsi a tante disparate situazioni e nel far fronte ad ogni pericolo con grande intelligenza sono eccezionali e sorprendenti 


 

Tutti conosciamo le volpi, la loro proverbiale astuzia, la leggendaria sagacia e la loro eccezionale capacità di adattamento che le hanno rese animali diffusi in tutto il Mondo, dalla tundra artica, alle foreste, al deserto, al centro delle città. Altrettanto noti sono la loro fierezza e lo spirito indomito e libero, al punto che sperare di addomesticare una volpe resta impresa ardua e spesso difficile (anche se non impossibile e sono tanti i casi di volpi addomesticate che si sono rivelate assai affettuose con l’uomo come un gattino). Nonostante tali canidi restino fondamentalmente animali selvaggi, solitari, diffidenti e liberi, le loro fantastiche capacità e la grande intelligenza ne hanno permesso una ampia espansione, per cui si può agevolmente affermare che queste straordinarie creature attualmente sono diffuse un po’ ovunque e non corrono fortunatamente rischio di estinzione (almeno per ora). Ben 24 specie di volpe sono oggi presenti nei vari angoli del Globo e le loro popolazioni godono di una discreta espansione: alcune specie, come la volpe rossa (Vulpesvulpes), sono presenti in tutti i climi e gli ecosistemi dell’Emisfero Boreale e dell’Australia mentre altre, quale per esempio la volpe artica (Vulpeslagopus), vivono solo in determinati ambienti, come la Regione Artica.

UNA BRUTTA FAMA

La nota ed innegabile furbizia ha reso le volpi grandi antagonisti dell’uomo e sicuramente assai invise e ritenute animali invasivi, per non dire nocivi: milioni e milioni nei decenni e nei secoli sono state le volpi sterminate ed ammazzate dall’uomo per diletto e per l’hobby della caccia, per la pelliccia, in alcuni rari casi per mangiarle, ma soprattutto perché considerate animali dannosi.

Chi scrive è un amante della Natura e degli animali per cui, recandosi spesso in campagna, si è spesso dilettato ad allevare galline, gatti ed altre bestiole domestiche.

Solo un muretto a secco separa il mio piccolo podere da un ampio appezzamento semiselvaggio, dalle caratteristiche di pseudosteppa, di quasi 50 ettari di estensione (vasto terreno afferente e circondante una antica grande masseria padronale risalente al XVI Secolo attualmente disabitata ed un poco diroccata).  Questo spazio è solo parzialmente coltivato a cereali, ma abbondantemente ricolmo di querceti, boscaglia, prateria e garighe e macchia mediterranea spontanea tipica di Puglia: praticamente un habitat ideale per animali selvatici come volpi, cornacchie, gheppi, gazze, tortore e il colubro leopardino. Le volpi mi hanno spesso razziato le galline del pollaio  ed anche, alcune volte, oche e pavoni, al punto che ultimamente ho deciso di non allevare più pollame ed animali da cortile. Fino a due anni fa ben 14 galline mi furono tutte ammazzate in un solo giorno nel periodo di maggio, quando le mamme volpi hanno 5 o 6 cuccioli da sfamare nelle tane.

Ma non finisce qui: mi piace avere tanti gatti ed ora ne ho una decina in campagna che vivono liberi nella natura, salgono sugli alberi, fanno numerose acrobazie e spesso cacciano topi, ratti e anche qualche piccolo uccellino selvatico.

Purtroppo le volpi mi hanno ucciso negli ultimi tre anni forse oltre una quindicina di gatti, in maggioranza cuccioli e gattini. Le volpi ammazzano i gatti e gattini perché li vedono come loro competitori nella corsa al cibo (sono molto  intelligenti e sanno che i gatti mangiano ratti ed uccelli proprio come loro): questo comportamento è simile a quello dei leoni dell’Africa che spesso ammazzano i leopardi o i ghepardi ed i loro cuccioli perché li considerano avversari di caccia, oppure simile a quello dei lupi delle praterie messicane e nordamericane che uccidono i coyotes perché li vedono come rivali nell’accaparramento delle spesso esigue risorse alimentari della prateria. Alcune volte, però, in casi estremi, le volpi uccidono i gattini anche per cibarsene, soprattutto se molto affamate.

AGILITA’ SORPRENDENTE

Eppure, nonostante i danni ed i dispiaceri che mi hanno causato, non riesco ad odiare le volpi e le trovo belle, assai affascinanti, sorprendenti e simpatiche.

Tutti conoscono le straordinarie capacità atletiche e l’agilità dei felini: qualsiasi felino è abilissimo nel salire sugli alberi e capace di compiere balzi e funambolismi eccezionali: maestri nell’arte dell’arrampicarsi sugli alberi, anche a grandissime altezze, sono, per esempio, i leopardi ed i gatti. Il gatto, in particolare, possiede una agilità formidabile ed è forse il campione delle acrobazie della famiglia dei felidi. Ho visto piccoli gatti domestici arrampicarsi in verticale e per intero su portoni in metallo alti quasi 3 metri e dalla superficie completamente liscia, manco fossero un ragno! Tutti sanno, invece, che i canidi, al contrario, sono mediocri (per non dire totalmente incapaci) nell’arrampicarsi sugli alberi e che la loro agilità è spesso molto inferiore a quella dei felini. Per gli scienziati ed i biologi attualmente ci sono circa 35 specie di canidi. Fra di esse solo la volpe grigia americana (Urocyoncinereoargenteus) è ritenuta dagli studiosi e dagli esperti naturalisti come unico canide capace ed abile nel salire sugli alberi. I suoi artigli robusti e uncinati le consentono di arrancare sugli alberi per sfuggire ai predatori o per cercare il cibo. La volpe grigia vive esclusivamente in Nord America ed in Centro America ed è dunque endemica di quel Continente.

INCONTRI

Ora però voglio raccontare alcune circostanze curiose che mi sono capitate. Questa estate, quando ancora faceva molto caldo, sono andato a dormire per alcuni giorni in campagna ed in quelle giornate mi sono spesso alzato alle sei del mattino per fare delle passeggiate fra i campi semi-selvatici e godere della piacevolissima aria fresca delle aurore estive. Una mattina, poco dopo l’albeggiare, mentre facevo la consueta passeggiatina per le campagne, casualmente arrivo sotto un grande albero di roverella (che è una quercia molto bella e diffusa), ad un tratto, mentre mi trovo all’ombra ed al di sotto di quel vetusto albero, odo un animale muoversi sopra la mia testa fra le frondose ramificazioni di quel gigante vegetale. Subito penso di aver disturbato qualche gatto o qualche gazza, ma quale sorpresa quando sollevo il capo e guardo sopra di me nel folto dell’albero e vedo a guardarmi fisso, dall’alto in basso, una piccola e magrolina volpe rossa molto giovane che mi scrutava con un cipiglio fra il sorpreso ed il disturbato. Era su di un robusto ramo a circa 4 metri di altezza ed è rimasta a fissarmi immobile per oltre un buon minuto prima di scendere rapidissimamente lungo il tronco dell’albero a testa in giù come un gatto e fuggire via a grande velocità. Io penso che in quel momento stesse dormendo e che fosse salita su quell’albero per dormire tranquilla e per mettersi al riparo dai piccoli branchi di cani randagi (che al pari dei leoni e dei lupi ammazzano i predatori più piccoli e deboli di loro, come le volpi o i gatti). Forse l’ho svegliata da un dolce pisolino ed è per questo che mi ha guardato abbastanza a lungo fissa e silenziosa, come se fosse stata importunata e spiacevolmente distolta dalla sua pace e dal suo riposo. Sono rimasto assai sorpreso di aver visto una volpe arrampicata su di un albero a quella elevata altezza.

Dopo circa un mese, un giorno, era settembre, mi trovavo sempre vicino alla mia campagna, c’era il sole in cielo, faceva ancora bel tempo, e mi fermo a leggere un libro, nei pressi di un boschetto, all’ombra, vicino ad un gigantesco albero di fragno (il fragno è una quercia molto imponente che qui in Italia cresce solo esclusivamente in Puglia e Basilicata). Ad un tratto odo un fruscio frenetico alle mie spalle, mi giro e vedo nella penombra un animale delle dimensioni di un cane, dalle orecchie appuntite e dalla coda lunga e folta, discendere rapidamente dall’ampio e poderoso tronco del fragno (parliamo di un tronco alto fino a tre metri e di quasi un metro e mezzo di diametro!) e fuggire via come un lampo. Sicuramente si trattava di una volpe adulta.

Le conclusioni che traggo da questi due episodi sono le seguenti: anche la nostra comune volpe rossa europea è talvolta un poco capace di salire sugli alberi (magari non avrà l’abilità della volpe grigia americana o dei gatti, ma nell’arrampicarsi sa essere anche più brava di un essere umano): vi si arrampica ( in condizioni facilitanti, come la presenza di edera o muretti a ridosso dei tronchi) alcune rare volte principalmente per sentirsi al sicuro e sfuggire ai predatori, oppure anche per tentare di cacciare topi ed uccelli che vivono sugli alberi e sui tronchi. Le sue capacità, la sua agilità, la sua perizia nell’adattarsi in ogni modo a tante disparate situazioni e nel far fronte ad ogni ostilità o pericolo con grande intelligenza sono eccezionali e sorprendenti e non finiranno mai di stupirci, perciò… evviva le volpi, evviva la loro simpatica astuzia e la loro indole sempre libera, selvaggia e fiera!