Specie aliene. Un ospite invadente
Di Daniele Durso
Le specie esotiche nel nostro Paese si stanno moltiplicando a grande velocità. Il fenomeno è favorito dal brusco innalzamento delle temperature e stiamo rischiando seriamente di perdere ecosistemi importanti e preziosi
La sua presenza è ingombrante, se ne parla sempre più spesso e sta diventando un’ossessione per chi lavora nel settore del commercio ittico: il granchio blu, nome comune del Callinectes sapidus Rathbun, è ormai la star di riviste e telegiornali. Si tratta di un crostaceo che viene dall’Oriente, più specificatamente dall’Indo-Pacifico, da cui è arrivato nei nostri mari già alla fine dell’Ottocento. La migrazione non è stata difficile: il Mediterraneo infatti è collegato al Mar Rosso e all’Oceano Indiano attraverso il Canale di Suez e probabilmente il nostro ‘ospite’ è arrivato da noi anche trasportato su navi mercantili. Dopodiché, trovando un clima favorevole, ha cominciato a riprodursi con estrema facilità. Negli ultimi decenni poi con l’innalzamento della temperatura dell’acqua, causato dal cambiamento climatico, la velocità di riproduzione è diventata vertiginosa: ogni femmina può deporre fino a 2 milioni di uova. D’altronde il facile collegamento del Mediterraneo con mari caldi e solo apparentemente lontani è il ponte che favorisce l’arrivo frequente di specie aliene nei nostri bacini. Tanto per citarne due, assistiamo a una diffusione sempre maggiore del Pesce coniglio (Siganus rivulatus e Siganus luridus) grande divoratore di alghe, ma anche del Pesce leone (Pterois miles), molto aggressivo e vorace mangiatore di piccoli pesci e molluschi, dotato tra l’altro di insidiose spine velenose.
LOTTA DURA
Quella contro il Granchio blu è diventata quest’estate una vera e propria guerra, poiché il suo habitat si è ormai quasi esteso all’intera costa italiana. È vero che la sua carne è molto buona e forse più magra di quella del Granchio comune (Carcinus aestuarii), ma è anche vero che è un cacciatore famelico e praticamente inarrestabile e ha dimezzato il pescato nazionale di vongole e cozze, danneggiando gravemente il fatturato del mercato ittico. Riferendosi alla drastica diminuzione di molluschi e soprattutto vongole, il governatore dell’Emilia Romagna ha affermato che “questa invasione rischia di distruggere un’economia che non solo dà sostentamento a una comunità, ma che è un’eccellenza italiana ed europea, insieme ad altri prodotti identitari di questa Regione, come il prosciutto di Parma o il Parmigiano”. Nel complesso il Granchio blu ha già causato danni per circa 100 milioni di euro e ha spazzato via il 90% delle giovani vongole del Delta del Po. E questo, solo per parlare dell’Emilia Romagna…. Bisognerà dunque capire come convivere per il momento con questo ospite, perché eliminarlo nel breve o medio periodo è praticamente impossibile. C’è comunque chi si è subito organizzato per farne un’attrazione e sfruttarne le caratteristiche culinarie: un famoso ristorante di Napoli ha già creato una pizza bianca speciale ‘al Granchio blu’. È condita con mozzarella, basilico, succo di limone di Amalfi, il crostaceo cotto a vapore e incastonato al centro della pizza: pare sia buonissima!