Ofride del monte Dinara

Ophrys holosericea subsp. dinarica

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Il genere Ophrys è facilmente riconoscibile per la forma e la pelosità del labello, che imitano l’addome di un insetto femmina. Queste caratteristiche esercitano sull’insetto maschio un’attrazione che lo induce ad una pseudocopulazione.

 


Il nome del genere deriva dal greco ophrys=sopracciglio, per la forma e la pelosità dei tepali interni, simili appunto a sopracciglia.

Il nome specifico dal greco holosericea = di seta, in riferimento al labello vellutato.

Il nome subspecifico da quello del monte Dinara, in Dalmazia. Un tempo questa specie era considerata un endemismo dalmata.

Sinonimi

Ophrys dinarica R. Kranicev & P. Delforge

Tassonomia

Regno: Plantae – Divisione: Magnoliophyta – Classe: Liliopsida – Ordine: Orchidales

Famiglia: Orchidaceae

Descrizione

Pianta alta 15-60 cm. Foglie basali lanceolate, le cauline più acute ed abbraccianti il fusto; di colore verde. Porta 4-10 (12) fiori abbastanza grandi; sepali ovali lanceolati, da rosa a violetto, più di rado bianchi o verde chiaro. Petali triangolari, auricolati, vellutati, ciliati, più scuri dei sepali. Labello bruno scuro, intero o vagamente trilobato, vellutato, fortemente convesso e talvolta arrotolato longitudinalmente, munito di gibbosità robuste, divergenti, dotate di un’attenuata pelosità submarginale. Bordo del labello ribattuto, con  margine glabro nella metà distale, a volte abbastanza largo, giallo verdastro. Macula grande e complessa, di colore grigio bluastro o rossiccia, bordata di giallastro. Appendice importante, dentata. Cavità stigmatica e campo basale di colore bruno.

Tipo corologico

Submediterraneo. Presente in varie regioni del nostro paese: Umbria, Marche, Lazio, Abruzzo, Molise, Piemonte e Liguria. Fioritura abbastanza tardiva, da Maggio a Giugno.

Habitat

In piena luce, su substrato più o meno neutro: prati, garighe, boscaglie, da 350 a 1400 mt.

Somiglianze e varietà

Ophrys holosericea subsp. holosericea (Burm.f.) Greunter, da cui si differenzia per il labello fortemente convesso e bombato.

Ophrys holosericea subsp. apulica (O. Danesch & E. Danesch) Buttler, che ha i fiori più grandi, il labello trapeziodale e la distribuzione endemica del sud-est dell’Italia, specie in Puglia.     

MORFOLOGIA

I principali caratteri morfologici comuni nel genere Ophrys sono i seguenti: radici composte da 2/3 tuberi ovoidi, foglie basali riunite in rosetta, spesso già secche al momento della fioritura, poche foglie caulinari, le inferiori guainanti, le superiori bratteiformi. Fusto spesso e carnoso con infiorescenza lassa, di frequente pauciflora. Petali più  piccoli dei sepali, spesso di forma diversa da questi. Labello di forma simile all’addome di un insetto, intero o lobato, con pelosità vellutata e con una macula (o scudo) centrale normalmente glabra e lucida. Sperone assente.

COSA OSSERVARE

Il Genere Ophrys

Un tempo il genere Ophrys veniva suddiviso in 2 sezioni a seconda di come l’insetto impollinatore si dispone rispetto al labello: in posizione cefalica oppure addominale, cioè con il capo oppure con l’addome rivolti verso la cavità stigmatica.. Oggi tale suddivisone è superata e si preferisce riunire le varie entità in gruppi vicini da un punto di vista filogenetico (che considera le linee di discendenza da un progenitore comune) e macromorfologico (che considera le caratteristiche esteriori delle varie entità), in riferimento ad una o più specie guida. L’utilizzo di questi criteri ha portato ad opinioni spesso assai discordanti  fra gli studiosi.

IDENTIFICAZIONE

Quale Oprys ?

L’identificazione di molte entità appartenenti al genere Ophrys risulta questione complessa per una serie di fattori, il primo dei quali è relativo al concetto stesso di “specie” e “sottospecie”. Le interpretazioni degli studiosi possono divergere a tal punto che sono state di recente proposte classificazioni, tutte formalmente corrette, che vanno da un totale di sole 19 specie fino a 250 specie, riunite in 32 gruppi. Il problema tassonomico e quindi l’identificazione, sono ulteriormente complicati dall’enorme variabilità di molte popolazioni diffuse in territori anche geograficamente ed ecologicanente  vicini, come anche dalla forte tendenza all’ibridazione delle Ophrys.